venerdì 28 marzo 2014

prima monica e poi cantante


A me la parola biopic evoca medicinali, al limite mi sembra il generico della cardioaspirina. In compenso, le biografie cinematografiche mi stanno discretamente sul culo: divento ipercritico e preferirei di gran lunga un buon documentario. Però, lo sanno anche i sassi, sono curioso. E al Torino Film Festival, ormai una vita e qualche mese fa, ho visto Monica Z, principalmente perché diretto da Per Fly. Che è un regista, non una compagnia aerea: pe' capisse, quello de L'eredità e de La panchina, robe belle ma leggere come piombo come solo gli scandinavi sanno concepire. Peccato che Fly stavolta, per omaggiare la conterranea Monica Zetterlund, cantante jazz piuttosto talentuosa ma dalla vita (che ve lo dico a fare?) travagliatissima, ha realizzato una cosa che sembra una fiction di Raiuno. Viene il dubbio che se Edda Magnason avesse rifiutato il ruolo, il regista svedese avrebbe scelto Beppe Fiorello. Ma la colonna sonora, signor mia, è una meraviglia.

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