venerdì 29 luglio 2011

ho la notte alla finestra e continuo a girarmi


Guardo l’ora? Meglio di no. Guardo l’ora: 04.50. Cazzo. Tu dormi come stretta in un sacco a pelo, ansimi, russi, la testa sotto il cuscino, ti giri, comunque dormi. Invidia. Cerco la tua mano, trovo un ginocchio, un culo, una montagna di piumone. Come i rumori (ma quanto pisciano al piano di sopra?), si amplificano i piccoli dolori. Un piede, un braccio, un fianco, cerco di fottermene, mi tiro su. Mi alzerei, un capitolo del libro, un biliardo su fb, un post, ma ricado giù. Come i rumori (gatto vomita, gatta miagola strano), si amplificano i pensieri. Preoccupazioni galleggiano in un inquieto laghetto di minchiate. Guardo l’ora? Meglio di no. Guardo l’ora: 05.50. Zzz.

mercoledì 27 luglio 2011

canzoni e cicogne


Avevo sempre pensato fossero una leggenda metropolitana. Poi, domenica, eccole. Tre, una dietro l’altra, belle, eleganti, maestose, le ali enormi, apparire e sparire dietro i profili dei palazzi. Ci sono sempre state. Forse avevo soltanto bisogno dei tuoi occhi per vederle.

… e vorrei dirti cose come "vita mia",
stronzate assurde tipo "fammi compagnia"…

martedì 26 luglio 2011

dirti harry


È finita. Davvero. La nostra storia era iniziata un bel po’ di tempo fa ma, per dirla con Mercedes Sosa, todo cambia. Certo adesso potremo vedere le tette di Emma Watson, Alan Rickman tornerà al teatro lasciando a Panariello l’imitazione di Renato Zero, Rupert Grint potrà ingrassare e Daniel Radcliffe potrà esibire una voce adulta. Ma porcazzozza quanto m’è piaciuto ’sto gran finale di Harry Potter? Meraviglia. Dieci minuti in meno e via il postfinale, sarebbe stato perfetto.

lunedì 25 luglio 2011

càpten of my heart


Quand’è che abbiamo smesso di parlare in italiano? Quand’è che ha vinto Nando Moriconi? Perché Captain America nel nostro paese non è diventato Capitan America, proprio come il fumetto che conosciamo anche qui da quasi cinquant’anni? Temo ci sia un filo, sottile o forse no, fra questo ridicolo provincialismo e la ragazzina dietro di noi che si chiede il perché di tanto entusiasmo quando il protagonista si butta sulla bomba a mano per salvare gli altri. Figlia della noia, della distrazione, forse anche di un preservativo rotto. Ma vabbè, parliamo del film che è meglio. Ambientazione storica quasi impeccabile (non c’è un po’ troppa plastica nelle stanze dei bottoni?), rischio di eccessi di patriottismo ammerigano schivato, adorabile Stanley Tucci nei panni dello scienziato sfigato e geniale, Chris Evans migliore qui che come Torcia Umana nell’orrida trasposizione dei Fantastici Quattro, incredibile l’effetto speciale che lo rende per un terzo del film basso e magro. Unico difetto: per arrivare in tempo all’appuntamento con i Vendicatori (maggio 2012), il Nostro viene sbrinato ai giorni nostri, cancellando così cinematograficamente cinquant’anni di storie a fumetti. Largo ai gggiovani, anche se non si ricordano già il perché.

giovedì 21 luglio 2011

baratto distratto


Il fumo del sigaro fa strani giri verso il cielo mentre tu lavi via la giornata due stanze più in là. Le luci tra gli abeti mi ricordano Magritte, qualcuno in bici canta chissà cosa. Il gigante (no, sono io che sono basso) ha portato via un pezzo dell'altra casa, provvisorio in tutto, anche nell'accogliere gatta. Gatta che adesso resiste alle mie coccole qualche secondo di più, prima di soffiare. Mah. Grande cosa ibèi, mi dice l'uomo in ascensore mentre tiene in braccio il suo congelatore. Sì, lo so, vorrei dirgli. Ci si scriverebbe un libro, con tutte le persone incontrate anche solo per un attimo.

martedì 19 luglio 2011

mannaggia lu pizzicà


Curioso: c’è più atmosfera da pizzica stasera nel bdcdP che alla Notte della Taranta giù in Salento. I due fricchettoni di sessant’anni sono commoventi, perfetti nei movimenti misurati, bellissimi nella loro complicità. La ragazza riccia ha un abito che ci si aspetta che col tanto agitarsi scivoli sulle tette e invece niente. L’uomo con la maglietta rossa sembra una ballerina di carillon con le fattezze dello spaventato del presepe. La bambina di F. dopo un po’ si rotola per terra sotto lo sguardo felice dei genitori; un bambino che ha la sua stessa età a terra ci finisce perché casca, lontano anni luce da quella libertà. La donna anziana accanto a noi ha gli orecchini di padre Pio e una frenesia trattenuta: alla fine si alza, si muove prima timidamente, poi sempre più a ritmo, sempre più coinvolta; la montagna di grasso che l’accompagna resta seduto, la guarda come si guarda un parente, non si capisce se più con vergogna, con invidia o con odio. Se diventi così ti ammazzo, mi dici ridendo ma mica tanto. Se divento così mi uccido prima io.

lunedì 18 luglio 2011

carta forbice pietra


La Morra: un b&b, una vigna, una cantina famosa, un b&b, una vigna, una cantina famosa, un b&b, una vigna, una cantina famosa, e via così. L’uva è asciutta e dolce, disseta un attimo e poi l’arsura è peggio di prima. Il caldo è impietoso mentre cerchiamo la cappella colorata da Sol LeWitt, un toret sarebbe l'ideale e invece incontriamo solo l’eco di una macchina e due stranieri che forse hanno sbagliato strada. Dopo un po’ le mie gambe come sempre prendono ad andar da sole, non sanno dove andare comunque ci vanno, tirerebbero dritto fino a Barolo come niente. Poi appare, piccola oasi rossa, gialla, verde, blu. Ed è appena l’inizio di una giornata perfetta. La sai quella della Cosa che gioca con Edward Mani di Forbice?

giovedì 14 luglio 2011

come quando non scopi da un po’


Sì, insomma, breve ma intenso, come il concerto di Anna Calvi. D’altronde ha fatto un solo album. Chi è Anna Calvi? Vabbè, ma allora che vi parlo a fare? Ventott'anni, inglese di padre italiano, voce sottile e minuscola mentre parla, voce incazzosa e sensuale quando canta, molto brava, anche piuttosto gnocca. Deve lavorare sulla presenza scenica, ma è ancora gggiovane. A proposito di gggiovani, il pubblico non lo era particolarmente. Molto alternativo, quello sì, ma anche molto tabagista: una tragedia per me che speravo di scroccare una canna e mi sono ritrovato a sorbirmi un coro di sigarette di merda. Molto Spazio 211 (che è l’inculatissimo posto dove si svolgeva il concerto), ma anche trapuntato qua e là di personaggi non proprio a posto con la testa, tipo il tizio con la maglietta rossa che sembrava Charles Manson o l’uomo (ma quanti anni aveva, 30 o 50?) accanto a noi: uno che si agitava al ritmo della musica con la stessa verve di uno che trattiene la pipì, uno che - per capirci - nel desktop del telefonino aveva Avril Lavigne.

mercoledì 13 luglio 2011

asce(t)tico


Se fossi uno che ama i cani adorerei quella cagnetta che ha deciso di farmi le feste nonostante probabilmente “puzzassi” di gatto e che, quando è stata legata dal padrone, mi chiedeva con quelle due rughe in mezzo agli occhi perché non potesse continuare a giocare con me. Che poi è quello che mi sono chiesto anch’io mentre il padrone mi faceva accomodare all’ombra, in attesa che arrivasse suo figlio. Che infine è arrivato. Che mi ha piazzato i gomiti sulla schiena e preso a pugni le piante dei piedi. Che mi ha fatto domande intelligenti e un paio minchie. Che alla fine mi ha detto cose che forse sapevo già ma che sentirsele dire male non fa. Insomma lo shiatsu era un’altra cosa, ma il massaggio tibetano non mi pare così male.

domenica 10 luglio 2011

dedicato a una bionda


Cara Annuska,
Mi spieghi come cazzo hai fatto a leggere in un giorno e mezzo Pastorale americana di Philip Roth? E sì, perché io ci ho messo una vita e il male alle ossa sento che non andrà via così presto. Ed ero totalmente coinvolto anch'io, tanto che pure se avevo tempo per due-tre pagine, mi ritrovavo da subito completamente immerso nella storia dei Levov. Non so, mi capita poche volte di rimanere così invischiato (nel senso buono, s'intende) in una storia tanto dolorosa e tanto epica nella sua normalità (normalità? che è?!?). Difficilmente dimenticherò la scena dell'incontro con la figlia dopo tanti anni, così piena da sentirne l'odore acre di vomito e sporcizia, o il flashback sulle scoperte sessuali dello Svedese e la moglie (quanta dolcezza ed erotismo in appena due pagine), o l'interminabile ultimo capitolo a cena, apoteosi del non detto e non fatto, culmine che sembra arrivare e non arriva, forse, chissà. Stava lì, sullo scaffale, in attesa da qualche anno. Grazie per avermi invogliato a leggerlo. Ma se mi farà stare ancora male, mi sa che te ne scriverò.

mercoledì 6 luglio 2011

intimissimi


Vedere dopo più di un anno (due?) il vecchio film dell'attrice famosa ma non tanto che sta con una specie di detective più grande di lei e poi a un certo punto si piscia addosso nel deserto; un film che ho cercato su google sa quanto (e poi è Moretti quello che fa i quiz difficili!), è un po' come osservarti nel sonno mentre ti accarezzo appena, stasera che è un'ora troppo giovane e tu respiri tranquilla in una stanza che è tutta tua e un letto dove adesso sconfini tu, con la tua mano morbida sulla mia gamba, a un centimetro dal cazzo ma nessuno dei due la sposterà di lì, perché in questo momento non avrebbe senso né più vicina né più lontana. Vedere Holy smoke di Jane Campion è rivalutare un film scacato da pubblico e critica, chissà poi perché. Sì, la prima ora è perfetta, una satira feroce e intelligente. Bella colonna sonora, comprimari perfetti, Keitel è una sagoma, la Winslet - burrosa come mai più - (è) inquieta. Poi la svolta sentimental-sadomaso, il finale chiuso, accomodante ma forse - a pensarci - anche no, che lascia un po' così. Adesso troviamo il tempo per Karakter: doppiato in spagnolo, questo offre il mulo. Ci faremo due risate.

lunedì 4 luglio 2011

il secondo buco


Aguzzate la vista© Dantès 2011

venerdì 1 luglio 2011

mutatis mutantis


Mi aspettavo la masculiata di Santa Rosalia e mi sono ritrovato con una serie di simpatiche miccette. X-men: L'inizio ha tanto di buono (il prologo nel campo di concentramento, l’atmosfera Sixties, il complesso rapporto tra Xavier e Magneto, il modo in cui riesce a giocare con la Storia senza risultare ridicolo o offensivo) ma la continuity con il resto della saga fa un po’ troppa acqua, ci sono troppe strizzate d’occhio agli appassionati “storici” e ai ragazzini, e Matthew Vaughn, dopo l’ottimo Kick-ass, qui fa rimpiangere il geniaccio di Bryan Singer. Michael Fassbender e, soprattutto, Kevin Bacon, viceversa si fanno amare senza riserve.