giovedì 30 luglio 2009

28 giorni dopo


A.: Ma Elio parla degli assorbenti interni!
Dantès: Vabbè, sempre tappi sono.
A.: Mh...
Dantès: Mettiamola così, quelli interni sono come i tappi di sughero, quelli esterni sono come i tappi a corona.

mercoledì 29 luglio 2009

coincidenze


«... inciampa piuttosto che tacere
e domanda piuttosto che aspettare.
Stancami
e parlami
abbracciami
guarda dietro le mie spalle
poi racconta
e spiegami
tutto questo tempo nuovo
che arriva con te»
(Il bacio sulla bocca, Ivano Fossati)

Lo so, Benni aveva previsto tutto, ma questi versi sembrano proprio appartenerle.

martedì 28 luglio 2009

quis custodiet ipsos custodes?


Magari è una buona idea, ma a me questa cosa del call center per i reclami sui call center un po' mi fa ridere, un po' mi sa di situazione kafkiana.
- Ma precisamente, questo Kafkia, chi è?
(
Chiedimi se sono felice, Aldo, Giovanni, Giacomo, Massimo Venier)

domenica 26 luglio 2009

numerologia


Le suonerie dei quindicenni. Il moralismo delle ventenni. L'abbigliamento di un quarantenne. Centocinquanta minuti rubati. L'implacabile sincronia di due coppie di cifre inesorabilmente puntuali. Venerdì, però, mi dicono sia vicino.

giovedì 23 luglio 2009

memoria delle sue puttane tristi


Non era così che la immaginavo prima che cominciasse. Pensavo a una ragazzina davvero giovane, non come quell'altra scomparsa nel nulla da cui era arrivata. Una con cui beccarlo sul fatto, una che ne avrebbe fatto un inequivocabile pedofilo di fronte alla cattolicamente ipocrita opinione pubblica, di fronte anche ai suoi compari, ai suoi vati, ai suoi nani. L'unico peccato davanti al quale forse persino Bondi lo avrebbe rinnegato prima del canto del gallo. E invece eccoci qua, con questo romanzetto a puntate degno della peggior Novella 2000, a sentire stralci di noia, a leggere frammenti di una banalità sconfortante, buoni per quattro chiacchiere sotto l'ombrellone o un dar di gomito sghignazzando al bar. Un dialogo tra cliente e prostituta, dove quest'ultima fa il lavoro per cui è pagata, cioè esaltare l'utilizzatore finale, farlo sentire er mejo, il grande sventrapapere, dispensatore di dolori post coitum e suggerimenti su come godere, mentre lui è uno che ha desideri che cattolicamente si caca in mano di condividere con la moglie, uno che si vanta di avere nella sua villa il lago con i cigni, una balena fossilizzata, meteoriti e tombe fenicie. Ma cos'è, una puntata di Voyager? E la corruzione? La P2? La mafia? I soldi arrivati dal nulla? La vulnerabilità delle istituzioni? Non è roba per quest'estate. Non in Italia, perlomeno.

mercoledì 22 luglio 2009

tuarzarbetterdenuan


Del Boss scrissi di là più di un anno e mezzo fa. Sottoscrivo tutto quello che riguarda il concerto; quanto al luogo in cui si è svolto, beh c'è una bella differenza. Intanto lo stadio. Ché quando entri, soprattutto tra gli ultimi come ieri sera, ti sembra sempre di dover giocare una partita e che tutto il casino intorno lo stiano facendo per te. E questo è bello. Ma poi c'è Torino. Dove i vigili sono meno spiritosi e anche un pelo più isterici dei ghisa. Dove se non hai mai visto il Toro, non hai idea di dove cacchio parcheggiare e le indicazioni non t'aiutano manco per un cazzo. Dove parte del pubblico dopo due ore inizia a guardare l'orologio. Sempre, comunque, anche se a casa non ha niente di meglio da fare. Certo vedere una coppia di mezz'età ballare Twist and shout (ché il signor Bruce – con l'aria di uno che dopo quasi tre ore senza la cazzata del bisbis fuorifuori sta proprio bene dove sta – a fine concerto l'ha infilata tra Pete Seeger e La bamba, quarta cover dopo Travelin' band) è stato un vero spettacolo nello spettacolo.

martedì 21 luglio 2009

ottantadue


Mai saputo il nome, se non che era «la madre di S.», dove S. stava per un amico di mia sorella. Un negozietto minuscolo: un po' cartoleria, un po' merceria, qualche libro, un odore sovrastante di zaini e di cartelle. Un piccolo universo scomparso con la morte di lei e l'arrivo della mia adolescenza. Ci andavo per comprare i regali di compleanno, perlopiù romanzi d'avventura. Un giorno, tra Verne, Dumas e Taras Bulba, ci ho scoperto i Gialli per Ragazzi che, all'epoca, sembravano introvabili altrove: i Pimlico Boys (dove cazzo è Pimlico? a Londra? ah!), i Tre Investigatori (prefazione di Hitchcock?!), gli spocchiosi Hardy Boys, l'italianissima Rossana e la «storica» Nancy Drew di cui si favoleggiavano mai visti, su una Telemontecarlo ancora solo nordica (prima che arrivasse il figlio scemo di Cecchi Gori, per capirsi) vecchi telefilm con protagonista la giovane ribelle (e piuttosto zoccola) figlia di Dinasty. La collana chiuse nei primi anni Ottanta, più o meno insieme al fallimento dell'Editoriale Corno e alla morte italiana (morte apparente, sennò che supereroi sono?) dei fumetti della Marvel. Non lo sapevo ancora, ma quell'anno mi s'era spezzata un'infanzia.

sabato 18 luglio 2009

da grande voglio sposare luna lovegood


«Non sono mai stata in questo corridoio. Di giorno almeno.
Sai, sono sonnambula io. È per quello che dormo con le scarpe»
(Harry Potter e il principe mezzosangue, David Yates)

giovedì 16 luglio 2009

ode all'amico divuddaro


Alle sette e un quarto ci sono sempre loro. Arrivassero insieme, sai che terapia di gruppo. C'è lo sdrucito prof di sinistra, che sa di buone letture e cattive sigarette, baffi gialli e serate di solitudine; l'ultima volta che l'hanno visto sorridere aveva 12 anni. C'è poi il quarantenne che vive con la madre, veste come un ragazzino, si entusiasma col 3d e il blu-ray, ripete tre o quattro volte le stesse cose come uno che ha smesso di farsi, ti illude di accomiatarsi e non se ne va mai. Con la saracinesca a metà ecco spuntare quello che ti saluta come fossi il capitano Kirk, potrebbe avere 20 o 40 anni, ha la faccia da informatico e il corpo da fast food: lui compra qualsiasi cosa, ti risolve il mese, basta solo sopportarlo mezz'ora oltre l'orario di chiusura. E poi ci siamo io e te, mio unico amico autoctono di questo bdcdP, che fingiamo di volerci scambiare i lavori ma poi finiamo per guardare il tramonto e qualche culo di passaggio, in questo vicolo stretto appena fuori dal negozio.

martedì 14 luglio 2009

2046


Una bambina che vorrei uguale. Il mare colore del vino da qualche parte probabilmente marchigiana. Più libri e cavetti che vestiti. Il genio satirico di Flaubert, l'angoscia che sale pagina dopo pagina con McEwan. Melatonina o melanina, ricordarsi la differenza. Capelli ricci, peli di gatto. La voce e le dita di Diana Krall: quanto il talento, quanta la tecnica? Don't worry be happy, mr. Lawrence. Foto rubate, altre perdute, passate in rassegna lo stesso. Profumo di origano e succo di guaranà prima di dormire. Nessuna voglia di tornare, meno che meno di lavorare. 2046 all'incirca, sì, in tre giorni. Nel mezzo, la donna che amo.

mercoledì 8 luglio 2009

ducaconte


Non potendo regalare loro la solita paccottiglia bigiottara da bagascette, Al Tappone ha donato ai suoi compari di G8 un sobrio oggettino atto a rallegrare le lunghe serate d'inverno: un libro su Canova, del modico peso di 24 chili, che sembra uscito dritto dritto da un film di Fantozzi. Bassorilievo di marmo di Carrara per la copertina, carta fatta a mano, broccati di seta e fili d'oro per la rilegatura, materiali e manodopera messi a disposizione gratuitamente da ventitré artigiani italiani (ma pare che per la sovraccoperta sia stata usata la pelle del culo di Bondi). Il volume è accompagnato da due cofanetti (in legno di frassino e mogano rifiniti in foglia d'oro) contenenti un segnalibro, una lente, e gli inni di ciascuna nazione calligrafati e miniati: contenitori ideali, perfettamente riciclabili come eleganti posavomito.

(Questo naturalmente è opera di Canova, quello vero)

lunedì 6 luglio 2009

la pioggia nel pineto


Avrete avuto anche voi due un padre che sotto un cielo che dio se la mandava giù a dirotto rischiava vita e macchina per arrivare in tempo a vedervi nascere. E chissà quante volte vi sarete arresi all'irrefrenabile voglia di zompettare in piena pozzanghera con ai piedi le scarpette buone da cerimonia in barba agli strilli del genitore di turno. Ancora brufolosi, poi, vi sarà certo capitato di fare una corsa mano nella mano con i jeans cartonati fino al primo portone dove ripararsi e pastrugnarsi con la scusa di asciugarvi. E quella volta che avete pensato «A luglio non piove mai, sposiamoci quel mese lì» e ancora i camerieri se la ridono per l'ingloriosa fine del buffet all'aperto? Non è passato poi così tanto tempo, no? E allora, adesso che a trent'anni suonati avete imparato che un po' di pioggia non uccide, a volte diverte, al massimo rompe un po' i coglioni, perché straminchia per vedere uno spettacolo all'aperto vi riparate davanti a me con un ombrello che – se non fosse nero – dalle dimensioni ci si aspetterebbe che sotto abbiate anche secchiello e paletta? Per paura di danneggiare le pigne in testa?

venerdì 3 luglio 2009

piemönte


Stavo quasi per dimenticare il primo dei festeggiamenti a cifra tonda di quest'anno: i miei due lustri in questa regione. Avrei tanto voluto mettere il video di Felice Andreasi nella strepitosa interpretazione di quella ridondante ridicola poesiola che è Piemonte di Giosuè Carducci, ma né youtube né il mulo mi sono venuti in soccorso. Passiensa, fuma un brìndes istess: a te, regal Torino incoronata di vittoria, e a te, Cuneo possente e pazïente. E brindo pure a me, via, che non so ancora per quanto ma ci abito giusto in mezzo.

mercoledì 1 luglio 2009

auting


Per chi non lo sapesse, Monk è un telefilm poliziesco il cui protagonista è un autistico che proprio in virtù del suo handicap riesce a risolvere casi complicatissimi: insomma, per lui una penna fuori posto è illuminante come una macchia di sangue per Dexter (non sapete neanche chi è Dexter? vabbè, continuiamo così, facciamoci del male). Ora, a me Monk piace (lo scarico dal mulo in quanto guardare retequattro è contrario alla mia religione) ma il personaggio m'inquieta davvero non poco. Il fatto è che i miei libri e i miei dischi sono disposti in ordine alfabetico per autore e, per ciascun autore, in ordine cronologico (odio le raccolte); se m'inviti a casa tua e c'è un quadro storto, stai tranquillo che prima o poi lo raddrizzo; e se in un negozio qualcuno ha preso in mano un libro, un disco o un panetto di burro e poi lo ha riposto storto, capovolto, nel posto sbagliato, beh... io vado e lo rimetto come o dove stava. Certo, il mio letto è sfatto, la scrivania è un bordello e al momento non risolvo delitti, ma questi sono dettagli. Forse.