Partiamo dalle basi. A me vedere un bel culo maschile o un bel pisello non dà per nulla fastidio, anzi: la mia parte gaia apprezza e porta a casa (voi non avete una parte gaia? bugggìa!). Inoltre vedere scene di sesso credibili al cinema, se hanno un senso con il resto, mi sembra più che naturale. Infine, l’ambientazione mi ha ricordato la spiaggia nudista di Rodi dove, mentre una insopportabile alcolista tentava di farmisi, dietro le dune qualcuno probabilmente si divertiva sul serio. Preamboli per dire che non mi aspettavo che Lo sconosciuto del lago mi sconvolgesse per chissà che immagini: come già per La vita di Adèle, mi è sembrato tutto pacificamente “necessario” a raccontare la storia con buona pace dei segaioli di ogni età. Dopodiché, il film di Alain Guiraudie, premiato nella sezione Un certain regard di Cannes, osannato dai Cahiers e amato da buona parte della critica, mi ha lasciato parecchio così (ecco, bravi, la faccia è proprio quella che avete immaginato). Intanto perché dove andava a parare io l’ho immaginato dopo venti minuti dall’inizio (alla scena del delitto, pe’ capisse). E poi perché il detective stile Colombo sfigato non si può vedere. Inoltre, il finale sfastidia non perché tagliato col coltello (ops…) ma perché sembra un po’ tirato via. Restano delle buone prove d’attore (soprattutto Patrick Dassumçao nel ruolo del triste Henri) e un paio di buone idee come la routine che scandisce gli avvenimenti del film.
sabato 8 marzo 2014
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quindi la pensi esattamente come me, correggimi se sbaglio.
RispondiElimina(quel finale è tagliato col coltello, ed è talmente affrettato che sembra che alla regia ci sia Usain Bolt)
eh, sorpresa?
EliminaE' bello sostanzialmente dire "io ve l'avevo detto!" E senza neanche aver visto il film! :-))
RispondiEliminaio a quelli che dicono "io ve l'avevo detto!" di solito non restituisco i dvd, sappilo :D
EliminaIo adoro dire "te l'avevo detto", così tanto che posso anche rimetterci un dvd, sallo! :-D
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