martedì 13 maggio 2014

zucchero e catrame


E, come dire, il weekend se n'è andato. Un po' a merengue, come direbbe quell'adorabile donna lì, un po' a ramengo, come si dice in quella città per la quale ho smesso di giustificarmi come nel mitico pezzo tragicomico di Paolo Rossi: Milano. Dici: che c'entra? C'entra, perché sabato, come un bambino che si aspetta il lunapark, sono andato con la ms alla mostra di Bruno Munari al Museo del Novecento. Una mostra che, se Munari fosse vivo, gli verrebbe uno sciupun: secco, definitivo, taàc. Perché non puoi rinchiudere un genio che ha fatto dell'interattività una forma d'arte in vetrine sigillate e gabbie di dubbio gusto arancione. Perché io posso anche non sapere un cazzo del signor Munari Bruno e, quindi, ho il diritto di leggere una scheda biografica e avere informazioni che non siano seghe mentali di uno che vuole fare il primo della classe. Munari era gioco, era genio, era il futurismo spiegato ai bambini e agli adulti che si sentivano tali (no, non eterni adolescenti, non cretini vestiti da idioti, proprio bambini dentro, con ancora l'emozione viva della scoperta e del gioco). Di questo, nella mostra c'è poco o nulla. E mi sono tornati alla mente i festeggiamenti per i 90 anni del Maestro, alla Triennale: pazienza fosse sindaco l'Albertina, quella sì che era una festa per gli occhi! E allora ho detto alla ms: beh, però al bucsciòp ci saranno i “libri illeggibili” che sono una figata, dai che li sfogliamo! E invece ce n'erano sì e no tre. Delusi, prima di prendere il treno abbiamo azzardato, vista la desolazione di Porta Garibaldi, di portarci via una birra da corso Como: impossibile, senza sedersi in piena movida quasi non ancora sfatta. E loolapaloosa (o lupamalupa?) ormai mi fa venire in mente sono la canzone degli Elii.

10 commenti:

  1. Sciupun? Metti che legge uno foresto, legge sciupun, invece è sciupun, cioè, insomma, come si fa a rendere quel suono lì?

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    1. dici che sciupun sotto il Po non si capisce?

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    2. secondo me nemmeno sopra... :)

      (ti mancavo, eh?)

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    3. uh, ma c'è goooogle! Gadda o Testori, prima di scrivere un termine dialettale, si chiedevano se il lettore avrebbe capito? forse sì, ma si rispondevano «zziloro», credo

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    1. era per dire. mò adesso io mi paragono a Gadda, su!

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  3. Gaddalo, sulla riva del Po'!

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    1. popopopò... come andare in America, o in Unione Sovietica, sulla riva del Po... o non era così? ;)

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  4. Peró: Fili di rame tra zucchero e catrame.

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    1. non saprei, però Dalla a un certo punto di Milano parla di zucchero e catrame. e ci stava bene...

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