Il “mio” vincitore del festival di Berlino, altro che quella sòla cinese, era in effetti tra i favoriti per l’Orso d’Oro: poi si è dovuto accontentare del premio (meritatissimo) alla sceneggiatura e di quello della Fipresci. Ed è un peccato, perché un riconoscimento più importante forse aiuterebbe la distribuzione di questo piccolo grande gioiello. Parlo del tedesco Kreuzweg, un film durissimo, devastante ma davvero notevole, che si spera troverete sul torrente tra un mesetto, quando almeno in Germania uscirà ufficialmente. Diretto dallo sconosciuto (almeno da noi) Dietrich Brüggemann, che lo ha scritto insieme alla sorella Anna, racconta la storia della quattordicenne Maria (una bravissima Lea van Acken), succuba di una famiglia di integralisti cattolici convinti che il declino della Chiesa sia iniziato con il Concilio vaticano II, e che oscilla tra i normali desideri della sua età e un principio di pericoloso misticismo. Il suo crollo psicofisico, scandito in capitoli che richiamano le stazioni della via crucis (da cui il titolo), culminerà nell’autoimmolazione, nel tentativo di farsi morire di inedia purché Dio dia la voce al fratellino muto. La scena della visita medica è un coltello nello stomaco, ma è solo una delle più disturbanti.
martedì 25 febbraio 2014
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Interessante....ti consiglio di recuperare visto che il tema mi sembra abbastanza affine il tedesco Requiem del 2006 di Hans Christian Schmid e soprattutto il bellissimo Camino, di Javier Fesser, un capolavoro con cui ho deciso di inaugurare il mio blog...
RispondiEliminasegnati!
EliminaSembra molto interessante. Cercherò di recuperarlo insieme a Camino suggerito da Bradipo, che ancora manca all'appello.
RispondiEliminalo è, Ford. ti stende però merita
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