Mattina, ultimo giorno del Torino Film Festival. Figuriamoci, prima di quella... insomma, di quella certa attesa malriposta costituita da Grand piano (ne parlerò, datemi tempo). Insomma, sono andato a vedere All is lost con il minimo delle aspettative. E invece. J.C. Chandor, dopo il parlatissimo (e notevole) Margin call, sceglie di fare un film praticamente muto a parte gli smadonnamenti del protagonista. Protagonista assoluto che è un Robert Redford perfetto come non accadeva da un po'. Qualcuno ha detto che come velista disperso è vecchio, e invece è quello il suo bello: perché il pathos di questo film risiede per buona parte proprio nella fisicità del roscio, nelle sue rughe. Un'ora e tre quarti che scorrono con ansia e goduria. Certo vi deve piacere il mare, o un vomitillo non ve lo leva nessuno. Però, ora che è uscito, andate a vederlo, merita.
venerdì 7 febbraio 2014
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molto perplessa.
RispondiEliminaprobabilmente lo vedrò, ma parto già col mal di mare.
provocato dall'inossidabile tinta bionda di robert redford.
portati un sacchettino...
EliminaInteressante e realizzato alla grande, ma secondo me manca qualcosa dal punto di vista emotivo.
RispondiEliminaMi ha dato, in un certo senso, la stessa impressione di Gravity.
non saprei, in modo diverso mi sono piaciuti entrambi
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