lunedì 2 febbraio 2015

dimenticare ai tempi dell’iphone


Diciamolo subito: non siamo davanti a un gran film, ma a un buon film sì. Magari di quelli da vedere con la coperta sulle gambe, fuori un tempo di merda e la tv che qualcuno ha lasciato accesa. Avevo letto giudizi un po’ troppo severi su Still Alice. Anche paragoni inopportuni con film che avevano la stessa tematica. Ma contrariamente a Il ricordo di belle cose o Lontano da lei, nel film di Wash Westmoreland e Richard Glatzer (registi del bel La quinceañera ma anche, in precedenza, di porno gay che ovviamente la mia curiosità mi farà recuperare) non c’è l’ammmore: Alec Baldwin, sempre più bue grasso di Carrù, (spoiler) a un certo punto se la squaglia. E sì, ci sono le figlie, l’alternativa Kristen Stewart e l’inquadratissima Kate Bosworth, ma il film è Julianne Moore. Il resto è come i cetriolini nei ristoranti di New York: stanno lì sempre, in tutti i piatti, anche se non li mangia nessuno. Certo, la Moore ha dato prove migliori, più meritevoli della statuetta, ma non ditemi che stavolta non se la merita. Ah, ho iniziato a commuovermi dopo 20 minuti. Io i film sulla perdita di memoria non li posso vedere, lo sapevate no?

9 commenti:

  1. proprio così: un film da coperta sulle gambe e da lacrime facili.

    io comunque l'oscar lo darei a rosamund o a felicity o a marion...

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  2. Rosamund brava, Felicity appena normale, il mio voto invece va senz'altro a lei, vedremo chi la spunta!

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    1. ma anfatti Felicity... va beh, de La teoria del tutto ne parlo domani

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  3. Rosamund tutta la vita, Still Alice mi è piaciuto ma non mi ha commossa come avrebbe dovuto. E la colpa è tutta di Carrù e della sua famiglia.

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  4. Lacrime, lacrime a fiumi.
    E cosa non mi hai fatto tornare in mente con Lontano da lei...
    Vado in angolo e riprendo a piangere.

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  5. Concordo: film non grande, la Moore non così grande, ma che arriva e fa il suo.

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