Ci sono persone che non sai mai se sono ancora vive, inghiottite improvvisamente dall’ingiusto anonimato di una tv cannibale e sempre più volgare. Io me lo ricordo bene questo buffo uomo con la pipa e il papillon, il cui sogno segreto era quasi sicuramente di somigliare a Simenon. In un improbabile salotto o in chroma key, con quello sguardo sornione, quell’affabulazione di chi a volte sembrava parlare de per lu e l’autoironia che da un critico cinematografico chissà perché non si aspetta nessuno, Claudio G. Fava per decenni ha raccontato al pubblico televisivo il cinema francese, non quello piacione degli ultimi tempi, non quello cervellotico degli anni Ottanta, ma la grande tradizione del poliziesco e, ovviamente, la nouvelle vague. Dirigente Rai quando la Rai era servizio pubblico, ha commissionato il doppiaggio e ridoppiaggio dei grandi classici del cinema americano. E poi si è anche divertito, come uno Sgalambro del cinema, a parodiare se stesso nei programmi di Gloria De Antoni e Oreste De Fornari in tempi che sembrano lontanissimi e invece no. Se n’è andato il giorno di Pasqua a 84 anni. Malinconia.
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