Eh, oh, quanno ce vò ce vò. Perché il film di cui vi parlo
oggi, complice il War No More organizzato dai soliti blogger «che siamo noi» (vedi banner a sinistra), è una cosa speciale. Una piccola grande croce che mi sono appioppato da
solo causa guasto al computer (come sta? bene, grazie, si è ripreso ma non si
ricorda un cazzo di chi era prima). Puntavo a Giardini di pietra di Coppola,
che non ho mai visto, o a Streamers di Altman, che vidi millemila anni fa quando la tv
serviva a qualcosa, ma non potendo streamizzare o scaricare una fava, ho
ceduto. Uh se odio parlare dei capolavori! Perché cosa dici che non abbiano già
detto tutti? Va beh, però La grande guerra l’ho rivisto quasi di recente,
accanto allo sguardo vergine e conquistato della ms che non lo conosceva. E
cazzarola! Insomma, secondo me il film di guerra italiano più importante insieme a Roma
città aperta, Tutti a casa e I due marescialli (non scherzo, ne sono convinto!),
nonché vincitore ex aequo di Venezia nel 1959 con Il generale Della Rovere. Uno dei film
di Monicelli più riusciti, proprio perché giocato su un azzardo assoluto: un tema serio e ancora bruciante come la guerra affidato alla
presenza di due mattatori della commedia. Il Sordi provinciale, bastardo e vigliacco dei suoi film migliori, e un Gassman che, sebbene considerato ancora un attore drammatico, con I soliti ignoti, l'anno prima, aveva spiazzato tutti. E poi,
finalmente, un film (sceneggiato da Age, Scarpelli e Vincenzoni, micacotiche…)
che distruggeva l’idea dell’esercito italiano valoroso, implume e ancora
vagamente fascista: no, si trattava di poverialloro (pugliesità, scusatemi), pieni di
fango, con le scarpe di cartone, a bere la neve dove probabilmente qualcuno
aveva pisciato poco prima. Umani, con le loro paure. E con le loro differenze, i
loro dialetti: cazzo, era un secolo fa, Piemonte e Sicilia erano vicine come
Torino e Kuala Lumpur! E poi, una commedia (?) in cui gli eroi muoiono: insomma tanta,
tanta roba. E grande cast, perché oltre alla coppia perfetta, c’è Silvana Mangano
prostituta senza troppi eufemismi, c’è Romolo Valli (IL teatro, almeno all’epoca), e poi Bernard
Blier, l’immortale Tiberio Murgia, e il povero, allora neanche trentenne,
Ferruccio Amendola. Non l’avete mai visto? E non vi vergognate?
In attesa della recensione di Full metal jacket da parte di questo simpatico omino qui, se ve le siete perse, leggete anche queste:
"Il mestiere delle Armi" e Recensioni Ribelli con "Good Morning Vietnam" - See more at: http://cinquecentofilmisieme.blogspot.it/2014/07/war-no-more-starship-troopers.html#sthash.UtwO2a1u.dpuf
g Solaris, inizia ieri 28 luglio, hanno debuttato lo stesso Solaris con "Il mestiere delle Armi" e Recensioni Ribelli con "Good Morning Vietnam". - See more at: http://cinquecentofilmisieme.blogspot.it/2014/07/war-no-more-starship-troopers.html#sthash.UtwO2a1u.dpuf
Ahimé quando l'ho visto ero bambina quindi lo ricordo poco e nulla. Dai che si recupera anche questo!!
RispondiEliminaancora non l'ho visto, lo devo recuperare :)
RispondiEliminaAnche io lo vidi per caso da piccolino e il ricordo è molto fioco. Lo riguarderò, ovvio.
RispondiEliminaCapolavoro totale.
RispondiEliminaUno dei film più importanti del Cinema italiano, per quanto mi riguarda.
Ciao Dantès, e scusami per il ritardo nella risposta... che dire? Sono felicissimo che tu abbia recensito questo capolavoro, che è un po' il film-simbolo della nostra iniziativa. Hai scritto bene, un film che mostra la guerra dal lato umano: nella fattispecie quello dei soldati italiani, dei poveracci che manco si capivano tra di loro (l'alfabetizzazione era ancora un'utopia) sbattuti al fronte a combattere un nemico che neppure conoscevano... nelle facce di Busacca e Jacovacci c'è tutta l'insensatezza della guerra. E il finale, oggi come allora, mette i brividi.
RispondiEliminaQuesto speciale non avrebbe avuto senso senza la recensione de"La grande guerra"...
RispondiEliminaIo penso di saperlo a memoria, anche se è tanto che non lo rivedo. Diciamo che tu che me lo vedi ora fa il pari con me che non ho letto ancora Joyce? Uno pari e palla al centro.
RispondiEliminaE comunque, per me la faccia di Monicelli la dovrebbero scolpire sul monte Rushmore, altro che quei 4 setaioli.
perfettamente d'accordo!
EliminaAh, non sei tu che non l'avevi visto, era la Ms!
RispondiEliminaSbagliai! Allora non vale, sto ancora sotto di uno, porca paletta...
vai, leggi e parliamone!!!
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