lunedì 28 luglio 2014

forever (neil) young


No, non sono sparito: lavoro matto e disperatissimo fino all’otto di agosto. Ma parteciperò ai blogathon come promesso. In più, non è che proprio la sera sia stato a fare i fili (espressione sicula che non credo necessiti di spiegazione…). La scorsa settimana, peraltro, è stata una settimana musicale. Al documentario sui National dedicherò un post domani, perché è molto più cinema che musica. E quindi parliamo di musica. Domanda: ma sono io che sto invecchiando o sempre più spesso ai concerti ci sono troppi telefonini e gente fuori di testa e sempre meno erba da respirare e cori più o meno stonati? Neil Young a Barolo è stata una bella esperienza uditiva (maxischermo non pervenuto per volere del cantante, vabbuò) almeno finché alle nostre spalle una specie di predicatore che diceva cose in parte sensate ma nel modo più inutile, sbronzo e sbagliato, si è scagliato contro un pubblico (effettivamente un po’) freddo. In ogni caso, io quelli che dicono che Collisioni sia male organizzata vorrei sapere il resto dell’anno che fanno. Parliamo della pioggia? Delle birrepiscio onnipresenti sponsor? Del fatto che, una volta entrati dentro al lunapark non se ne potesse uscire per mangiare o bere qualcosa di decente? Ok. Per il resto, grande manifestazione, di cui mi spiace aver visto poco. Neil Young? Quando parla, non si capisce un cazzo, Quando canta, sembra che da Harvest siano passati quattro anni, non quaranta e rotti. E le canzoni lunghissime, suonatissime, sono una gioia. Per le orecchie, solo per quelle, come dicevo prima. Venerdì poi è stata la volta dei Pet Shop Boys a Torino. Ché, se non fosse stato per la ms, probabilmente non avrei visto, perché li conosco ancora meno del cantautore canadese. Concerto iniziato tardissimo, con pioggia a intermittenza, dopo uno scrauso gruppo italiano che cantava in inglese e una tipa interessante quanto misteriosa che a me e alla ms ha ricordato Meryl Streep col nasone. Con i PSB mi sono divertito e, prima che cominciassero con le canzoni che conoscevo, a un certo punto ero quasi in trance, come in una discoteca all’aperto di un tot di anni fa. Loro sono sempre gli stessi, solo un tot di capelli in meno. Le ballerine, fantastiche, sembravano uscite da una coreografia di Valerio Lazarov: un tuffo nel passato ancora più della musica. Ma voi lo sapevate che I’m not scared (portata al successo da Patsy spallinacadente Kensit) l’hanno scritta loro? La musica della settimana non finisce qui, ma necessita ancora di un post a parte…

8 commenti:

  1. minchia, ma c'eri pure tu a vedere i pet shop boys? che c'eravamo pure io la bionda e la tiz, più un mucchio di vecchie finocchie ripescate dagli anni 80... serata rev(a)ival come se piovesse. Ah no, pensa, pioveva! :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. maddai! e cosa ci facevi in mezzo alle vecchie finocchie? :D e, soprattutto, com'è che in tutto quell'anda e rianda di pioggia non ci siamo beccati?

      Elimina
    2. un tuffo nel passato, che noi tre abbiamo un passato di frociare mica da ridere! :)
      E non lo so, che magari stavamo in angoli diversi della piazza...

      Elimina
    3. E la bionda ha ricordato che gli Eight Wonder cantavano I'm not scared! Io avevo rimosso la canzone, gli eight wonder e Patsy Kensit tutta! :-) E le finocchie con cui eravamo sono tutte nostre amiche ancora ora, mi preme sottolineare! :-))

      Elimina
    4. io le minitette della Kensit nottetempo a Sanremo Internescional mica me le potevo scordare!

      Elimina
  2. ho sempre adorato i'm not scared, ma non sapevo l'avessero scritta loro. in effetti a sentirla bene un che di petshopboyssiano ce l'ha...

    RispondiElimina
  3. e sempre meno erba da respirare

    RispondiElimina