giovedì 3 ottobre 2013

unforeseeable


Ma che colore ha una giornata uggiosa? Nammerda, fatevelo dire. Poi era anche la prima della stagione, ed era domenica. Fortunatamente la poison ci aveva omaggiato qualche settimana fa di un tot di film ovviamente scogniti o parascogniti e, visto che alla domanda della ms «Che film vediamo?» la risposta è stata ovviamente «Uno leggero», ho messo su Synecdoche... no, quella è un’altra storia. Stavolta ci ho preso e, sghignazzando sghignazzando, siamo arrivati felici fino alla conclusione di In the loop. Che è un film di cui ignoravo totalmente l’esistenza, purtroppo. D’altronde è uscito in ogni dove tranne che in Italia. Probabilmente troppo sofisticato, troppo british, troppo lontano dalla nostra realtà: si è mai visto da noi il mobbing spinto? e un politico totalmente incapace che più parla più si incarta e la fa grossa? La storia, tratta da una serie tv inglese di successo (The thick of it), è una satira spietata, corrosiva, dai dialoghi irresistibili, della politica estera (e soprattutto bellica) angloamericana. Il regista, al suo esordio cinematografico dopo un bel po’ di tv, è l’inglese Armando Iannucci (indovinate dov’è nato il padre?). Gli attori, a parte il povero James Gandolfini, non sono granché noti. Tom Hollander, nel ruolo del ministro più incapace del regno, è bravissimo ma Peter Capaldi, scatenato e triviale mastino di Downing Street, è impagabile.


18 commenti:

  1. Contenta ti sia piaciuto. Per me un film geniale, una delle cose migliori vista ultimamente!

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    1. grandi ghigni! grazie davvero, anche da parte della ms

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    2. E prego, figurati!
      Quasi quasi me lo riguardo e mi imparo a memoria un po' degli insulti pronunciati da Capaldi. Tutti non è possibile.
      Fra l'altro Hollander ha una parte anche in Byzantium...

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    3. tolti quelli un po' troppo inglesi, ne rimangono ancora davvero parecchi ;)

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  2. finalmente qualcun altro che l'ha visto. grande.
    lo saprete senz'altro, ma uno degli insulti di Capaldi in The Thick of It è un neologismo che è entrato in uno di quei dizionari fighi inglesi.

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    1. io non lo so ma lo voglio sapere!!! jumbolo illuminami subito, pliiiis

      p.s.: ma che tu sappia, The Thick of It si trova in giro con i sottotitoli?

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  3. film stratosferico, con una sceneggiatura incredibile e Capaldi da standing ovation... ora tocca vedere come se la caverà nei panni del Doctor Who :D

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    1. infatti, ho letto. ma, da vecchio aficionado, devo dire che secondo me il physique du rôle ce l'ha

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  4. scusa il ritardo. riporto il tutto.
    "Not only have you got a fucking bent husband and a fucking daughter that gets taken to school in a fucking sedan chair, you're also fucking mental. Jesus Christ, see you, you're a fucking omnishambles, that's what you are. You're like that coffee machine, you know: from bean to cup, you fuck up".
    Ecco, questo uno dei tanti, tantissimi improperi lanciati da Malcolm Tucker ad uno dei suoi ministri; c'è del genio e della poesia nelle offese, nel linguaggio sporchissimo usato non solo da Tucker (ma c'è tutto questo anche solo nel suo personaggio), ma da quasi tutti i personaggi della serie, tant'è che, come potete leggere qui, in questo dialogo è stato coniato un neologismo (omnishambles) che si è guadagnato la nomina di parola dell'anno dall'Oxford English Dictionary.

    Detto questo, niente sottotitoli, per quanto ne so (amazon), inglese con sub inglesi. Cofanetto stagioni 1/3 + speciali, cofanetto stagione 4.

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    1. temo che in un contesto del genere i sottotitoli in inglese siano comunque troppo impegnativi, comunque ci proverò

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  5. naturalmente, confido che vi convincerete a dare un'occhiata a "Veep", trasposizione di "The Thick of It" nel mondo politico USA sempre a cura di Iannucci.

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  6. beh, pensa che io l'ho visto tutto SENZA sottotitoli e mica son cosi bravo in inglese....

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    1. sì, ma io ho un analfabetismo di ritorno sull'inglese che ormai sono più capace a parlare spagnolo, pur non avendolo mai studiato con tutti i crismi

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  7. sai che non sono ancora riuscito a capire cosa significa "analfabetismo di ritorno", però mi fa sempre molto ridere?

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    1. ad analizzarla bene è un po' ridicola, ok, però quello è: l'inglese l'ho studiato per otto lunghi anni ma mi trovo con mille problemi sui tempi dei verbi, lo parlo con un accento discreto ma con la lentezza di un balbuziente pigro

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  8. capito. anche se leggendo qua e là, mi sembra di capire che voglia significare chi sa leggere ma non capisce.
    detto questo, sai che ho sempre pensato che spesso sia questione di una sorta di timidezza, o di vergogna, che ti frena quando sei obbligato a parlare in un'altra lingua. a me viene una faccia a culo tripla di quella che ho normalmente, perfino quando devo dire quelle 3 parole di macedone che avevo visto sul traduttore di google prima di partire per la macedonia, figuriamoci in inglese (lo spagnolo è la mia seconda lingua ormai, sono al livello che riconosco gli accenti centro e sud americani, e qualcosa anche degli spagnoli).
    vabbè, sto andando fuori tema. il succo è: buttati. anche in un caso come questo, che si tratti di vedere una serie tv. se capisci un decimo, pazienza. esticazzi, come dicono correttamente a roma. favaini, come si dice a livorno. la sensazione, il mood, in qualche modo, ti rimane.
    stamattina sono ispirato. :)

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    1. no no, io leggo e capisco, quindi i sottotitoli andrebbero benissimo. è che non so quanto riuscirei a star dietro a quella raffica di improperi con giochi di parole e riferimenti all'universo mondo. in ogni caso ci proverò

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