martedì 2 ottobre 2012

catatonici e anche molto brutti


Non parlo di (e con) quelli secondo cui «questo film è troppo italiano per un festival internazionale, gli altri non possono capire» e minchie varie: preferivo i diccì che sputavano sul neorealismo, almeno erano ipocriti e consapevoli di esserlo. Bella addormentata è proprio bello e Marco Bellocchio continua la sua stagione felice. Quella interminabile settimana in cui pareva fosse fondamentale decidere con un decreto legge la vita di una persona già morta, i giorni in cui sembrava che la tifoseria tutta nazionale si fosse spostata da Inter-Juve, sinistra-destra, a morte-vita, sono raccontati non già attraverso i protagonisti ma attraverso quattro storie “esterne” ma emblematiche, tutte utili, compresa quella apparentemente più “lontana” del colpo di fulmine tra la Rohrwacher e Riondino. Herlitzka si diverte, Gianmarco Tognazzi è una sorpresa, i titoli dei giornali dell’epoca sono un pugno nello stomaco, lo psiconano in tv è un monito contro l’imbecillità, i dialoghi dei politici un po’ didascalici ma utili per un buon ripasso. E pur se con una sua opinione forte, il film piuttosto che dare risposte, vivaddio, ti gonfia di domande.

P.S.: la Huppert che prega ad alta voce avanti e indietro sempre più veloce con le suore è una citazione di Todo modo o è solo un caso?


2 commenti:

  1. invece perché a me non è andato giù? era da mo' che non mi sentivo irritata sulla poltrona.
    è mal cucito, posso dirlo?

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    1. se parliamo di forma ti do anche ragione, ma sulla sostanza non sono d'accordo

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