Non parlo di (e con) quelli secondo cui «questo film è troppo italiano per un festival internazionale, gli altri non possono capire» e minchie varie: preferivo i diccì che sputavano sul neorealismo, almeno erano ipocriti e consapevoli di esserlo. Bella addormentata è proprio bello e Marco Bellocchio continua la sua stagione felice. Quella interminabile settimana in cui pareva fosse fondamentale decidere con un decreto legge la vita di una persona già morta, i giorni in cui sembrava che la tifoseria tutta nazionale si fosse spostata da Inter-Juve, sinistra-destra, a morte-vita, sono raccontati non già attraverso i protagonisti ma attraverso quattro storie “esterne” ma emblematiche, tutte utili, compresa quella apparentemente più “lontana” del colpo di fulmine tra la Rohrwacher e Riondino. Herlitzka si diverte, Gianmarco Tognazzi è una sorpresa, i titoli dei giornali dell’epoca sono un pugno nello stomaco, lo psiconano in tv è un monito contro l’imbecillità, i dialoghi dei politici un po’ didascalici ma utili per un buon ripasso. E pur se con una sua opinione forte, il film piuttosto che dare risposte, vivaddio, ti gonfia di domande.
P.S.: la Huppert che prega ad alta voce avanti e indietro sempre più veloce con le suore è una citazione di Todo modo o è solo un caso?
invece perché a me non è andato giù? era da mo' che non mi sentivo irritata sulla poltrona.
RispondiEliminaè mal cucito, posso dirlo?
se parliamo di forma ti do anche ragione, ma sulla sostanza non sono d'accordo
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