Ieri sera piuttosto che uscire avrei preferito che un camion mi zompasse sui coglioni, ma c’era un insieme di cose che mi ha fatto stringere denti e culo e filare verso Torino da bravo soldatino insieme alla spoah: miss po’, la tiz (addirittura al di fuori del Tff!), Werner Herzog in persona e i quattro episodi di Death row, i suoi documentari per la tv americana dedicati ai prigionieri in attesa di esecuzione. Che dici: ma con le premesse di cui sopra, non era meglio un filmettino? Ma anche no. Perché il regista tedesco delude raramente ed è incredibile come questi quattro film-intervista (soprattutto i primi tre) ti avvincano pur nella straordinaria semplicità dell’impianto. Gran parte del merito va al “casting”, alla capacità di scegliere facce e storie che non ti si schiodano facilmente dalla memoria. Poi c’è stato lo spazio per le domande del pubblico e siamo piombati nella tristezza accademico-segaiola delle affermazioni col punto interrogativo. E la pazienza, persino l'inattesa remissività, del regista tedesco, sono state quasi commoventi. Io quell’uomo lì lo adoro.
mercoledì 17 ottobre 2012
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io non so come fate, vi ammiro. Alle 10 dormivo!!
RispondiEliminaquestione di duro allenamento...
Eliminaoriginale la scelta della roba da vedere la sera, casuale la convergenza tra noi, su Torino :)
RispondiEliminaben approdata da queste parti!
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