martedì 17 maggio 2011

piccola pesca


Se raccontassi la trama di Angèle e Tony smettereste di leggere. Eppure, credetemi, il film di Alix Delaporte è bellissimo. E il suo segreto è nell'evitare le pippe, le lungaggini, gli spiegoni, il moralismo, la morbosità, la psicologia d'accatto domenicale. Non sappiamo cos'ha fatto (e cosa hanno fatto ad) Angèle (una meravigliosa Clotilde Hesme), non sappiamo cosa sia successo a Tony (perfetto Grégory Gadebois). Onestamente? Chissenefrega: si sa solo che sono due persone incapaci di amare. Nel mezzo – chissà quanto serpeggerà tra gli ignari pianerottolari di casa nostra - lo sbando di una comunità di pescatori in Normandia. Angèle e Tony si incontrano, si annusano, si conoscono. E quella che doveva essere una pezza nella vita di Angèle diventa amore. Ho tanto pianto. La frase più bella non è nel film, l'ha detta una vecchietta alle mie spalle, mentre lui le fa ripetere le battute dello spettacolo, subito prima che, finalmente, si bacino: semplicemente «E dai, su!».

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