- Mi sono sempre piaciuti molto i fiori e dico spesso cose strane.
(Poetry, Lee Chang-dong)
Un film sudcoreano non diretto da Kim Ki-duk e che parla di poesia? Lo ammetto, ero prevenutissimo e non a caso l’avevo schivato al Torino Film Festival. Poi la scimmia curiosa che è in me ha avuto il sopravvento e, ancora una volta, devo ringraziarla. Perché il film di Lee Chang-dong non è per niente una pippa di nulla fritto come ci si può aspettare dalle premesse, anzi ci si affeziona quasi subito a questa adorabile signora con Alzheimer in divenire, considerata troppo invadente ed elegante dal mondo egoista e sciatto che la circonda. Una donna che si butta sulla poesia forse per memorizzare in un quaderno quello che dimenticherà o forse solo per dimenticare lo squallore in cui è immersa suo malgrado (l’odioso nipote che ha partecipato a uno stupro di gruppo, il cinismo dei genitori degli altri ragazzi). Dici «È triste?». Un po’. Ma molto più tristi erano le due vecchie rincoglionite che dietro di me ridevano della scena di sesso tra i due anziani, struggente e bellissima almeno quanto la scena del… sì, insomma del prefinale che non vi dirò. Da vedere.
però è stato mutilato dal doppiaggio, in particolare quella risatina.... hihihihi...
RispondiEliminaMagari ridacchiavano per esorcizzare qualcosa, il vedersi messe a nudo lì sullo schermo, loro stesse o i loro desideri :)
RispondiEliminaladoratrice: sui desideri, visto il contesto, magari no. ma sì, sicuramente c'era il tentativo di esorcizzare. tuttavia se ridi a una scena di sesso e hai più di 12 anni, faccio fatica a capirti
RispondiEliminaSuccede anche al cineforum, sometimes. e mi domando se non sarebbe meglio il circolo del bridge. per loro, non per me.
RispondiEliminap.s. stasera bigio martone. dimmi che faccio bene. nun ja fo.
sammy: mi hai messo curiosità, andrò a cercarlo
RispondiEliminasandali: noi credevamo è lungo, d'accordo, però vale la pena!
Tra poco lo vedrò anche io...
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