domenica 23 maggio 2010

pensavo fossi un vitello, invece ero una prefica


Non sapevo bene cosa aspettarmi da La nostra vita. Luchetti in passato ha fatto cose molto buone, ma già Mio fratello è figlio unico mi aveva lasciato un po' così. Inoltre l'uso così spudorato, in un trailer un po' truffaldino, di una canzone così “pericolosa” come Anima fragile faceva prevedere possibili cadute di stile. E invece, posto che il film soffre di alcune pecche, soprattutto una parte finale incomprensibilmente accelerata, e che nei dialoghi si alternino autentiche perle a un po' di bigiotteria, è indiscutibile (per me) che: Elio Germano sia perfetto come al solito (premio a Cannes strameritato), Raul Bova sia una autentica rivelazione (giuro!), la canzone di Vasco caschi a fagiolo senza sbavature e, soprattutto la prima parte, a tratti sembri una sorta di documentario, un «cosa siamo, cosa siamo diventati» che non giudica, non moralizza, mostra e basta. Come un porno, o una puntata di Quark ambientata all'Osciàn.

4 commenti:

  1. Una puntata di Quark ambientata all'Osciàn sarebbe una roba da trombosi, ché tra Piero e sir giuggiolo Alberto non so chi è peggio. Il film non l'ho visto. Ma Germano mi ricorda Nanni Moretti (orecchie a sventola a parte). Pure la voce è simile, mi sa. (ms)

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  2. Mi hai dato un'idea!!!! Una puntata di quark ambientata da osciànlucsembùr...

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  3. (Dovresti apprezzare il fatto che non ho fatto battute trash sul titolo, comunque.)

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  4. ms: battute trash? e perché mai? come?
    bionda: non vedo l'ora! com'è l'osciànlucsembùr?

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