venerdì 20 marzo 2009

chiamatemi kowalski


- Vorrei parlarle.
- Non finché sarò vivo.
(Gran Torino, Clint Eastwood)

Per una volta chissenefrega che sai già come andrà a finire cinque minuti dopo che è cominciato. L'ultimo Eastwood non è un capolavoro; è piuttosto una sorta di testamento-monumento che a guardare bene, però, racconta di noi. Noi che abbiamo un passato grosso e stretto come il culo del figlio del protagonista. Noi che respingiamo un presente che non ci piace, circondati da estranei che dovrebbero essere nostri parenti, amici, conoscenti, e che invece giocano a sembrare brutte copie di personaggi tv. Noi che il futuro non ha bussato, è arrivato e vaffanculo. Noi che ci siamo persi qualcosa ma che siamo pronti a recuperare, se e quando ne vale la pena. Ho riso a tutte le battute politicamente scorrette e quel maledetto è riuscito anche a farmi commuovere. Come posso non ringraziarlo?

2 commenti:

  1. anch'io ho riso e pianto. e questo è più che sufficiente a promuovere il film con una sufficienza piena. (e la barzelletta che racconta al bar con gli amici è splendida. e fanculo al politicamente corretto!)

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  2. ce l'ho in programmazione per stasera! e domani anch'io parlerò come Clint, porco mondo!

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