Per dirla con il povero Lucio Dalla, con un salto siamo nel Duemila. Non so se ci siamo arrivati in fila (per cinque) o in modo diverso, ma so che questo lotto di film della vita un leitmotiv ce l’ha: le lacrime. Oh, quanti pianti, signora mia. Sempre, anche a rivederli cento volte, almeno una scena, almeno un momento.
Ecco, qui io comincio a piangere quando Bruce Willis capisce che è morto (non vale come spoiler, lo sanno tutti ormai!) e non smetto fino a dopo i titoli di coda. È stato così la prima volta che l’ho visto, in tv con la DRFM, è stato così le volte successive. Primo film importante di M. Night Shyamalan e suo capolavoro insuperato, sceneggiatura di ferro (gelido) con finale che ti lascia di stucco, inquietantissimo Haley Joel vedolagentemorta Osment. Certo è un peccato che il regista di origini indiane abbia deciso di ritirarsi così giovane, dopo il pur validissimo The village...
Qualcuno potrebbe dire: toh, il primo film comprensibile di Wong Kar-wai. Io dico: ammmore. Assoluto, certo un po' casto che fa incazzare, ma quando Su Li-Zhen (Maggie Cheung) e Chow Mo-Wan (Tony Leung Chiu-Wai) scoprono che i loro rispettivi partner se la intendono e piano, senza volerlo, con una fisicità che è fatta di sguardi accennati, si rendono conto di piacersi, la cosa è di un erotismo inaspettato, un piacere folgorante per lo spettatore, come scoprire una nuova zona erogena. Nonostante sia più che casto, In the mood for love è una delle storie d'amore più belle che siano state scritte, e io piango sempre alla scena dell'albero. Colonna sonora e costumi bellissimi. Premio per la miglior interpretazione maschile a Cannes.
Il ricordo dell’ultima visione è piuttosto recente. Credo fossimo a Lanzarote, la ms è in camera e ha sete, scendo a prenderle qualcosa al bar. E nella tv del bar David sta morendo, bloccato nell’anfibicottero: è la parte più straziante di uno dei più ambiziosi e meravigliosi film di Steven Spielberg dopo Incontri ravvicinati del terzo tipo. E io piango. Mi dico «Vabbè, dai, è quasi finito, ne guardo ancora un pezzetto». E piango. Come dite, l’ho già scritto? Il progetto originario è di Stanley Kubrick, Haley Joel vedolagentemorta Osment è il piccolo robot che sogna di essere un bambino vero con una mamma vera, Jude Law è un androide anche nella vita, secondo me.
Amo Spike Lee. Tutto, dalle commedie ai drammi, tranne Miracolo a Sant’Anna. Molti suoi film sono arrivati a un soffio dall’entrare in questa classifica, ma ho scelto La 25ª ora perché questa è la selezione che passa dal cuore, e al cuore, signora mia, non si comanda. Qui c’è Edward Norton, che come è fico lui quando fa lo sfigato non ce n’è, spacciatore che il giorno dopo verrà chiuso in galera per sette anni. La fidanzata è Rosario Dawson. E uno dei suoi migliori amici è Philip Seymour Hoffman, prof che sogna di infilarsi nelle mutande di una sua allieva. E poi c’è New York, e per la prima volta, vista dall’alto, la voragine del World Trade Center. Sono l’unico che piange alla scena dello specchio e poi per tutto il finale?
2003 - Mystic River
Capolavoro. Punto. Clint Eastwood ai vertici della sua carriera registica. Una storia da accapponare la pelle, una sceneggiatura eccellente. Dialoghi che fanno male, pugni nello stomaco come se piovesse. Un trio di attori formidabili che rispondono ai nomi di Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon. E vuoi non piangere disperato all’ultima scena, quella della parata, con quegli sguardi, quello scambio muto che sottende che tutto è finito, che l’amicizia non è più possibile, che quello che si era incrinato 25 anni prima adesso è in frantumi? Due Oscar e due Golden Globe.
2003 - Mystic River
Capolavoro. Punto. Clint Eastwood ai vertici della sua carriera registica. Una storia da accapponare la pelle, una sceneggiatura eccellente. Dialoghi che fanno male, pugni nello stomaco come se piovesse. Un trio di attori formidabili che rispondono ai nomi di Sean Penn, Tim Robbins, Kevin Bacon. E vuoi non piangere disperato all’ultima scena, quella della parata, con quegli sguardi, quello scambio muto che sottende che tutto è finito, che l’amicizia non è più possibile, che quello che si era incrinato 25 anni prima adesso è in frantumi? Due Oscar e due Golden Globe.
Per rinfrescarvi le idee...
1989-1993
A. I. mi manca ancora, per il resto thumbs up!
RispondiEliminarecupera, è una favola tristissima ma quanto è bella!
Eliminac'avevo preso sui titoli in comune, era abbastanza facile...per quanto riguarda Il sesto senso io lo vidi al cinema e ti giuro rimanemmo tutti di cacca...ci avevano fregato bene bene....
RispondiEliminasì, era facile, in effetti ;)
EliminaIo ricordo ancora la recensione sulla stampa di Lietta Tornabuoni che - paceallanimasua - aveva "inavvertitamente" spoilerato il fatto che brusuillis fosse morto e sepolto.
RispondiEliminama che davero?
Eliminaallora, la smetti? non è che la mia missione nella vita è prenderti per il culo, eh? :)
Eliminaah ah ah ah
toh!
La Stampa (11/1/1999)
Lietta Tornabuoni ...Tre interrogativi per «Il sesto senso» di M. Night Shyamalan, il film che la scorsa estate ha avuto grande successo negli Stati Uniti. Prima curiosità: perché sarà piaciuto tanto agli spettatori americani? Le storie di bambini dotati di poteri paranormali, capaci di comunicare con i morti, di vedere fantasmi e cadaveri viventi, di dare pace alle anime in pena, non sono poi così infrequenti. Seconda curiosità: prenderà l’Oscar, o avrà almeno una candidatura all’Oscar, Haley Joel Osment, bambino attore già visto in «Forrest Gump» come figlio del protagonista? Terza curiosità: riuscirà Bruce Willis, dopo aver recitato in questo film il personaggio d’uno psicologo per l’infanzia, a liberarsi dei prediletti ruoli muscolari ai quali per età e mole adesso non è più adatto, e a interpretare definitivamente intellettuali di vario tipo? All’inizio de «Il sesto senso», Willis è in casa con la moglie a Filadelfia quando sopravviene un suo ex paziente, lo accusa di non averlo saputo curare né aiutare, gli spara e si spara. Qualche tempo dopo ritroviamo Willis, deciso a fare meglio che in passato, dedito a curare un bambino fragile, spaventato: «Il mio segreto è che vedo la gente morta che va in giro come fosse normale: la vedo continuamente, dappertutto». Infatti... Tra l’adulto e il bambino ugualmente feriti nasce una confidenza, un’amicizia che aiuta entrambi: ma nulla era reale. Il film sull’orrore del mondo, simile a tanti altri, ha un ritmo particolare, piano; ha minimi dettagli mai spiegati (nelle fotografie, il bambino ha sempre alle spalle un lampo di luce splendente); soprattutto ha il piccolo attore che ispira commozione e spavento insieme....
francamente un brutto pezzo
EliminaAh no?
EliminaIncredibile, su 2 di 5 (Il sesto senso e A.I.) ci ho pianto anch'io.
RispondiEliminaPiango anche su La sposa cadavere.
A volte anche sui titoli di coda del telegiornale!!!
il telegiornale lo evito da anni, non ce la posso fare
Eliminaperdonami ma Il sesto senso e A.I., per me, non arrivano manco alla top 10 dei loro rispettivi anni. trovo il primo un film sì caruccio ma vedibile al massimo 2 o 3 volte, le successive visioni sono noiosissime essendo basato su una paraculata. A.I. invece già alla prima visione l'ho trovato melensissimo e tutto costruito sugli occhioni lacrimevoli del ragazzino e francamente pure "che palle!" :P
RispondiEliminabeh, de gustibus. il bello di queste classifiche è che non ce n'è una uguale all'altra ;)
Eliminama assolutamente :)
EliminaLa 25a ora è nella top 5 della vita. Il mio nick è un omaggio al
RispondiEliminapersonaggio interpretato da Norton.
A.I. : non è raro che pianga per un film
(tornando alla 25a ora, dalle botte a monty fino al conclusivo viaggio in auto col padre consumo dodici pacchetti di kleenex) ma non ricordo un'altra pellicola che mi ha fatto versare una quantità
di lacrime pari a questa.
che dire, ti capisco perfettamente!
EliminaOttima lista, come sempre...io a giorni continuo la mia :)
RispondiEliminaNon che ne avessi bisogno, non che ne abbia bisogno tu di saperlo. Ma quel Kar-wai lì, quello, io rimasi folgorata. Se mi chiedono di cinema a domanda rispondo quel Kar-wai lì, quello.
RispondiEliminabisogno no, ma piacere sì
EliminaVisto uno su cinque. Non ci siamo proprio: non mi prenderebbero neanche nel gruppo di auto-aiuto di Toy story. Ma ' sta faccenda che per trovare marito bisogna essere ricche l'hai tirata fuori tu, adesso? Perché a me pare che la Arwen sia a posto così: saresti te a doverti rimboccare le maniche per la scalata al successo, secondo i cliché :-D Good luck.
RispondiEliminapirlaa! comunque un ricco morente non guasta mai
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