lunedì 8 aprile 2013

la banalità del bere


Sarà la nostalgia, come diceva il poeta (o forse era Sandro Giacobbe?), sarà che le date di ultimo ascolto mi dicono che la musica che gira stamattina sul mio ipod è la stessa che ascoltavo tra un film e l’altro del Torino Film Festival, riprendo la mia (inesistente) rubrica sulle pellicole viste lì e mai uscite in Italia. Come devo avere già scritto, uno dei fil rouge dell’edizione 2012, oltre ai block, riguardava le dipendenze. Al suo secondo lungometraggio (il primo aveva protagonista Nick Nolte alcolista, daje!), James Ponsoldt realizza un film sull’argomento mbriachi piuttosto singolare: quello che sconvolge di Smashed è la “normalità”, il fatto che i due protagonisti bevono praticamente sempre, fin dal mattino sotto la doccia, senza apparentemente risentirne più di tanto, e che, probabilmente, continuerebbero all’infinito finché lei non vomita in classe ed è costretta a fingersi incinta, o finché non si ritrova ad aver dormito per terra tra i barboni dopo essersi fatta di crack con una sconosciuta. Da quel punto di rottura, il film, che fino ad allora è quasi una commedia, cambia di registro, si fa forse meno convincente, ma comunque funziona e arriva a un buon finale secco e senza mediazioni. Buone le interpretazioni di Aaron Paul e, soprattutto, di Mary Elizabeth Winstead. Ah, è bello rivedere Megan Mullally anche fuori dal cast di Will & Grace.

5 commenti:

  1. sarà che ti penso
    ancora mia
    sarà quel che sarà
    ma tu che ne sai
    di che sarà
    ?

    sicuramente era il poeta, che una profondità simile Sandro Giacobbe se la sognava, signora mia (sapessi...)! :)

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    1. infatti! notoriamente «Sandro non ha lo spessore» (cit. Elii)

      p.s.: ma la sai tutta? ;)

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    2. no, ho chiesto un aiutino al pubblico! :)

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    3. sei troppo modesta, secondo me la sai e la canti anche nel segreto della tua cameretta :D

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    4. nel segreto della mia cameretta io ci dormo soltanto, pensa. vabbè, capitasse ci tromberei pure. ma non capita.
      vado a piangere un po' nel segreto dei cessi dell'ufficio, va.

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