Non dovrei scrivere del film Molto forte, incredibilmente vicino. Il libro, regalatomi così, a botta di culo, senza saperne nulla, mi è entrato sotto pelle. C'è stato un periodo in cui lo regalavo a chiunque mi sembrasse meritevole. È un gran bel romanzo, pochi cazzi, almeno superate le prime cinque pagine. E il film è un'altra cosa, inevitabile. Ma il problema non è questo. Sarà che la parte che avevo amato di più, il flashback sui nonni, qui è saltato a piè pari e il personaggio di Max Von Sidow (peraltro molto bravo), così privato del suo background sembra una sorta di Buster Keaton rincoglionito. O forse è la figura del padre (Tom Hanks) che è troppo ingombrante. Magari a trasformare il linguaggio di Safran Foer ci voleva un genio alla Michel Gondry. Il film di Stephen Daldry commuove senza emozionare. Peccato.
giovedì 14 giugno 2012
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