C'è una cosa che mi zittisce. Una delle tante. Alcune sono belle. Altre sono atroci. O forse solo stupide. Tipo la morte. L'incapacità di dire qualcosa. Qualcosa che sembri sensata. Così da un paio di giorni, a fronte del lutto di un'amica, mi torna in mente F. e quello che fu capace di fare quando successe la stessa cosa a me. Arrivò con un sacchetto. Mi chiuse in cucina, me, lui, i nostri amici P. e M. Tirò fuori dei panini. Mia madre solo un muro più in là. Parlammo di tutto, tranne di quello che era successo. Scappò persino qualche risata, più o meno soffocata. Non l'ho mai invidiato tanto. E ringraziato. Tanto.
mercoledì 21 marzo 2012
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Stessa roba.
RispondiEliminaNon nel dettaglio che, per fortuna, i più prossimi stanno ancora tutti bene.
Ma l'inadeguatezza che provo quando succede mi toglie parole e pensieri.
Vorrei solo tacere e abbracciare.
Cosa che ho, praticamente, fatto.
Credo che sia un dono che certe persone hanno, un potere consolatorio... io non sono molto brava e proprio perché sento molto il disagio di intromettermi nel dolore altrui, quando si è trattato del mio, ho cercato di facilitare il compito a tutti... insomma, ho saputo rendermi consolabile. Forse anche questo è un dono.
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