venerdì 25 febbraio 2011

se chiedi un aiuto ti tendo la mano


Strana creatura, Danny Boyle. Ma sempre interessante, come per questo 127 ore. James Franco, un uomo che inspiegabilmente piace alle donne (soprattutto stavolta), è il protagonista assoluto di questa storia vera tradotta in film, che rimanda in qualche modo a Into the wild e, soprattutto, allo splendido e ignorato Grizzly man. Un pirlunga fissato con le camminate estreme finisce per incastrarsi la mano in un canyon per più di cinque giorni. Un altro regista e ci si poteva sparare per molto meno: Boyle riesce nell'impossibile e il film scorre e piace. Lo vidi al Torino Film Festival con una poison refrattaria alle amputazioni, e la capisco. La scena in cui... no, va beh, non ve la racconto. Però quella roba lì è per stomaci forti. Arriva oggi al cinema: non aspettatevi un capolavoro ma andateci. State ancora qua? Ah beh, cazzi vostri. Premio Oscar? Naaaa, a meno che non ci sia un premio per le location, ché le montagne dello Utah lo meriterebbero tutto.

P.S.: grazie al cielo il titolo è stato tradotto, ché 127 hours sarebbe sembrato il modello di una Fiat. E neanche dei migliori.

8 commenti:

  1. Dopo kill me please puó amputarsi cosa gli pare, lo prendo di tacco.

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  2. mah... non così inspiegabilmente, eh?

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  3. perchè inspiegabilmente? è un figo da paura!

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  4. Roba da portarsi dietro un sacchetto di carta per le emergenze? :)

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  5. A me è piaciuto! Sicuramente più di Black Swan! E il James è credibile (oOps OOPS oops). Ed è pure simpatico. Parrebbe. In fremente attesa per domenica notte.

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  6. Bellissimo il p.s. Anche il post, ovvio, ma il film non l'ho visto. Avevi dubbi? :-)

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  7. Sto film mi tira tanto, le montagne dello utah senz'altro meritano, ma dimmi è molto claustrofobico?

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  8. no, nonostante l'argomento direi di no

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