Strana creatura, Danny Boyle. Ma sempre interessante, come per questo 127 ore. James Franco, un uomo che inspiegabilmente piace alle donne (soprattutto stavolta), è il protagonista assoluto di questa storia vera tradotta in film, che rimanda in qualche modo a Into the wild e, soprattutto, allo splendido e ignorato Grizzly man. Un pirlunga fissato con le camminate estreme finisce per incastrarsi la mano in un canyon per più di cinque giorni. Un altro regista e ci si poteva sparare per molto meno: Boyle riesce nell'impossibile e il film scorre e piace. Lo vidi al Torino Film Festival con una poison refrattaria alle amputazioni, e la capisco. La scena in cui... no, va beh, non ve la racconto. Però quella roba lì è per stomaci forti. Arriva oggi al cinema: non aspettatevi un capolavoro ma andateci. State ancora qua? Ah beh, cazzi vostri. Premio Oscar? Naaaa, a meno che non ci sia un premio per le location, ché le montagne dello Utah lo meriterebbero tutto.
P.S.: grazie al cielo il titolo è stato tradotto, ché 127 hours sarebbe sembrato il modello di una Fiat. E neanche dei migliori.
Dopo kill me please puó amputarsi cosa gli pare, lo prendo di tacco.
RispondiEliminamah... non così inspiegabilmente, eh?
RispondiEliminaperchè inspiegabilmente? è un figo da paura!
RispondiEliminaRoba da portarsi dietro un sacchetto di carta per le emergenze? :)
RispondiEliminaA me è piaciuto! Sicuramente più di Black Swan! E il James è credibile (oOps OOPS oops). Ed è pure simpatico. Parrebbe. In fremente attesa per domenica notte.
RispondiEliminaBellissimo il p.s. Anche il post, ovvio, ma il film non l'ho visto. Avevi dubbi? :-)
RispondiEliminaSto film mi tira tanto, le montagne dello utah senz'altro meritano, ma dimmi è molto claustrofobico?
RispondiEliminano, nonostante l'argomento direi di no
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