E con questo titolo mi sono garantito l'accesso dei teenager che non hanno in testa solo la fica muta (per quello c'è il post apposito, il più visitato – ancora oggi – nella storia del mio blog). Dici: oggi parliamo di Britney Spears? No, non ce la posso fare. Parliamo invece del duo Castellitto-Mazzantini e di come sia ricascato fra le loro grinfie dopo Non ti muovere. Che era un film terribilmente finto, peraltro recitato male da una Penelope Cruz fuori luogo. Del libro non so, sta lì, prima o poi lo leggerò. Comunque, la “colpa” del duo quest'anno si chiama La bellezza del somaro. Che sono andato a vedere soprattutto perché ci recita mio zio. Che non è propriamente mio zio, non è neanche un parente né mi guarda come si fa con (citazione colta del medesimo): parlo dell'immenso Enzo Jannacci, uomo che io amo (e da tanto) alla follia. Uno che mi appare immenso comunque, anche quando dice cose che non condivido. Perché confrontarsi con le idee di persone libere è un piacere sempre più raro. Tornando al film (la cui tesi, peraltro condivisibile, è che vecchi e giovani ci salveranno mentre i 30-50enni sono, per dirla con i miei conterranei, per la pressa), anche qui siamo al troppo costruito, troppo finto. Non c'è molta differenza con quei Vanzina della redenzione, quei film di mezza stagione con cui i fratelli tentano di rifarsi una verginità evitando equivoci sulle pompe. Di questo bailamme tipico di quella sinistra che gode del suo fallimento, di questo bordello urlato in cui anche la Morante (dio mi perdoni, ma è così) appare “troppa”, di questo patchwork in cui nulla manca all'appello dell'“era proprio necessario?”, dal karaoke stonato alle canne di padre in figlio, si salvano il surreale somaro del titolo, il sorriso disarmante di Jannacci, lo sguardo di Nina Torresi, il culo di Lola Ponce, la battuta del medico che manomette la macchinetta del caffè.
mercoledì 12 gennaio 2011
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Lo vedo tra due settimane, s emi ricordo la corretta programmazione del Cineforum.
RispondiEliminaPer il resto, un consiglio, se posso. Evita, più che puoi, Non ti muovere. Non ho visto il film, ma il libro è imbarazzante. Giuro.
Io ho in mente un altro titolo, per ora quasi solo quello, per il post. E poi... sinistra...? Su! Siamo diventati ambidestri e non usiamo nessuna delle due mani, ormai.
RispondiElimina(Un'altra prece.)
Avevo un certo sospetto...
RispondiElimina"Non ti muovere" secondo me non era un brutto libro. Poi tutti i gusti son gusti. Ciao :d
RispondiEliminasandali, semper, mia: come si sa sono curioso come una scimmia...
RispondiEliminams: sogno un paese in cui si torni a usare le mani. lavorare utilmente, menare qualcuno, farsi le seghe nel modo giusto
L'ho trovato un accumulo di banalità e goffi stereotipi. Vero,a volte la curiosità si paga.
RispondiEliminafarsi le seghe nel modo giusto: questione di tecnica o di dichiarazione d'intenti?
RispondiEliminadomande oziose.
ms: seghe che richiedono le mani, non un inutile sfregamento a vuoto di neuroni
RispondiEliminaSono stati scritti manuali di teologia sterile sull'inutile sfregamento. Il papa docet.
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