domenica 16 gennaio 2011

o l'avevi soltanto sperato col cuore?


E finalmente, in un piccolo cinema strapieno al pomeriggio, ho visto Noi credevamo. La mia preparazione storica è pressoché da autodidatta, quindi non mi pronuncio sui dettagli di quello che, comunque, mi è parso un film ben costruito, ben  interpretato da un cast infinito (occhio ai punti di contatto con I demoni di Dostoevskij visti da Peter Stein), ma freddo, poco passionale, e però di un'attualità devastante, necessario per quelle scuole in cui si insegna sempre meno per paura di inciampare nella vita di tutti i giorni. D'altronde, una replica più sbiadita di quell'Ottocento ce l'abbiamo continuamente sotto gli occhi, a cominciare dall'industriale col maglione blumaren felice della sua piccola vittoria di sangue. E allora parliamo di questi torinesi del sabato pomeriggio. Massì, quelli pronti a ridacchiare ascoltando il loro dialetto e pronti a fare «eh?» ad ogni frase in cilentano. Quelli che sghignazzavano sulle battute anti Savoia. Quelli basiti dalla misera figura di Mazzini. Ah se avrei voluto essere seduto accanto al tizio che, a un certo punto, ha sussurrato alla figlia «Quell'anno lì è nato mio padre!»: finalmente una persona vera con qualcosa da dire.

3 commenti:

  1. aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! corretto...

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  2. forse un po'meno sbiadita di quanto sembri, paragonato ai tempi.
    ne ho visto una scena: molto interessante la disillusione che man mano avanza, il momento in cui ci si rende conto che l'ideale cozza crudamente con la cruda applicazione.
    E poi vi lamentate di noi, figli di 7 assedi. questo spiega qualcosa, no?

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