Dopo pranzo siamo ad appena un terzo e per un attimo penso «Non ce la farò». E invece sì e ne sarò entusiasta. D'altra parte cosa potrebbe esserci di meglio (sì, ok, a parte scopare)? Sono con la persona che amo e con cui sto condividendo questa cosa che pochi altri avrebbero voluto condividere. E non sta lì per farmi un piacere, ma perché ne ha voglia. Otto ore di spettacolo, una storia che come ogni grande romanzo dell'Ottocento racchiude tutte le storie, dodici ore in compagnia di 26 attori e 200 persone consapevoli, che in mensa, un po' refettorio scolastico (che poi quello è), un po' La parola ai giurati, parlano - senza nominarla - della morte della cultura. Qui non c'è posto per i nani psicopatici né tanto meno per le ballerine che non hanno mai ballato, qualunque sia la loro età. Ci sono 200 persone che se ne sbattono il cazzo del fatto che I demòni di Peter Stein siano un evento oppure no, per una volta cercano solo il bello: speriamo se ne ricordino anche domani, fra un mese o in cabina elettorale. Io, per questa volta, risparmio loro la mia tirata sul crollo dell'occidente.
martedì 2 novembre 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
...e che fior d'attori nel cast, il grande Fausto Russo Alesi su tutti. Bello. Ci vuole una grande motivazione per fare fronte a quest'impresa, ma immagino se ne sia ripagati.
RispondiEliminanon ho ben capito cos'hai fatto, ma ti leggo entusiasta! bello....
RispondiEliminaperché separare l'esperienza del teatro dall'esperienza?
RispondiEliminase non c'è separazione, tutto è un unico lungo tempo strisciato con eventi in mezzo. Le otto ore sono ott'ore di ventiquattro in cui succede qualcosa.
Sono otto ore di costrizione e smartellamento maronico solo se le pensi come otto di interruzione.
si capisce?
invidio tutto... ma tutto.
RispondiEliminaje_est: anche il lavoro di regia è notevole. essenziale, una macchina perfetta apparentemente molto semplice
RispondiEliminamadame: I demoni di Peter Stein, spettacolo teatrale spalmato su tutta una giornata, sabato scorso a torino
oceano: si capisce, almeno credo
sammy: ben ritrovato!
Anche quelli di Dostoevskij sono demòni.
RispondiEliminaproprio di quelli si parla. ma ammetto che non avevo idea della differenza tra dèmoni e demòni, ho dovuto cercare su wikipedia
RispondiEliminaEffettivamente ne avrei un po' paura, pur essendone attratta.
RispondiEliminaMai perso caro :)
RispondiEliminaAllora come Camus.
RispondiEliminaAllora la differenza c'è, certificata; a parte quella affidata all'istinto fucsia s.d.o.p, intendo. Ora ci guardo.
RispondiElimina