Mentre ti aspetto in macchina, l’occhio cade sulla targa della via. Quella parola proprio non la capisco, di un cattivo gusto annacquante, molto cattolico. Sotto «Nicholas Green» dovrebbe esserci scritto bambino, vittima, innocente, sfortunato, e invece leggo benefattore. Ma un bambino di sette anni non è un benefattore. Un bambino di sette anni ha voglia di giocare, di vivere, di scoprire la vita, non di morire per sbaglio ucciso da un proiettile mafioso di merda. Eppure, benefattore. In un paese geloso anche dei suoi corpi morti, fa ancora notizia la generosità di due genitori nel rendere disponibili gli organi del figlio.
venerdì 8 ottobre 2010
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Quante ce n'è, di vittime dell'Italia come il piccolo Nicholas? Donare gli organi di un corpo morto, che sia tuo o di tuo figlio, non è un atto di generosità. E' un atto d'ignoranza il non farlo.
RispondiEliminaIo i miei organi me li tengo per me, che mi fa senso farmi espiantare anche l'unghia del mignolo del piede. Ma chapeau a chi si fa meno pippe mentali di me, che tanto da morto sarò cibo per vermi e topi.
RispondiEliminaFab
Roba da manicomio.
RispondiEliminaIn un paese in cui fa ancora notizia la generosità di due genitori nel rendere disponibili gli organi del figlio, lascia che faccia notizia; ché il problema è del paese, non della notizia. A forza di notizie il paese si abituerà (è il lentissimo percorso di rivoluzione culturale in cui credo) e vedrai, non noi, ma qualcuno un giorno su quel cartello leggerà bambino vittima innocente e sfortunato.
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