Di là i concerti, di qui il regno dei non luoghi. Aggiro il parcheggio a pagamento infilandomi in quello gratuito del vicino centro commerciale. Quattro passi nell'uggia ed eccoci nell'equivalente milanese uso foresteria delle Vele di Scampia. Lì gli spacciatori, qui gli spacciati. Uffici-banche-uffici-banche-uffici, edifici di cinque piani di cui solo uno o due sono abitati. Adesso non c'è nessuno ma tra un po' li vedrai, giovani zombie incravattati a metà delle loro otto ore quotidiane, alle prese con pasta e verdure strapazzati da un microonde di troppo, Mtv senza volume dagli schermi piatti, il piacere di lavorare in un ambiente così triste. Piccola città bastardo posto in cui non manca neanche un tristanzuolo asilo nido. C'è tutto. C'è così tutto che non mi stupirei se passassero lì anche la notte. Anche perché, ad arrivare in centro, se non hai la macchina ci va quasi un'ora e mezza. Eppure guardali: se potessero non lavorare, probabilmente si impiccherebbero.
mercoledì 13 ottobre 2010
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uffici-banche-uffici-banche-uffici
RispondiEliminavittime-carnefici-vittime-carnefici-vittime
questo è il vero matrix: pillola grigia
voglio asimov!
(la pillola non è l'unica cosa grigia oggi)
RispondiEliminaScampia è più allegra. E non ha il grigio.
RispondiEliminaanna
Non potessero lavorare, non saprebbero di cosa parlare, durante l'aperitivo.
RispondiEliminadieci e lode alla frase " Lì gli spacciatori, qui gli spacciati" ONLY
RispondiEliminaI fiori? Me lo chiedo anch'io
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