venerdì 20 giugno 2014

dal coraggio, dall'altruismo, dalla fantasia


Anche se è dal 2002 che ho smesso di interessarmi di calcio (sì, chiaro che c'entra anche il cinque maggio, ma in realtà da un po' cominciavano a rotolarmi le gonadi per diversi motivi non solo interisti), non potevo non farmi coinvolgere dall'idea del Cannibale (sì, lo so, non riusciamo a liberarcene!) di fare sotto i Mondiali una classifica dei personaggi calcistici preferiti. E così, in ordine alfabetico perché solo così so farla, ecco la mia lista.

Roberto Baggio
Avrebbe avuto tutto per darmi fastidio: il codino, il buddismo all'occidentale... Ma è stato un grande (anche nel suo maledetto rigore sbagliato) sia dentro sia fuori dal campo. Uno che ha saputo uscire e ricrearsi una vita vera. Un esempio, un mito.






Franco Baresi
Anche se interista, l'ho sempre ammirato. Un grande difensore, fino alla fine. E l'occhietto umido, il giorno della sua ultima partita, ce l'avevo anch'io.










Beppe Bergomi
Un mito dell'Inter. Grandissimo, umile, adorabile zio con i baffi prima, con le sopracciglia da Elio sempre. Da telecronista meglio non ascoltarlo. Ma io le partite le ho quasi sempre viste con l'audio a zero o il commento della Gialappa's.

Éric Cantona
Attore sorprendente, anche prima di darsi al cinema. Il cattivo ragazzo del calcio francese prima, inglese dopo. Memorabile la frase «Quando i gabbiani seguono il peschereccio è perché pensano che verranno gettate in mare delle sardine».








Diego Armando Maradona
La mano de Dios, el pibe (o era pube?) de oro. Un fisico assurdo che non gli avresti dato un soldo, e poi partiva da metà campo e non ce n'era per nessuno. Genio e (tanta) sregolatezza, Che Guevara ed evasione fiscale, prodezze sportive e cocaina. Ha incarnato più lui Napoli di tanti napoletani.






Carlo Mazzone
Lacrime sudore e sangue. L'allenatore nel pallone prima durante e dopo l'Oronzo Canà di Lino Banfi. Il lato umano del calcio, anche quando questo sport di umano non aveva più niente.






José Mourinho
Ai più è sempre stato simpatico come un brufolo nel buco del culo, io l'ho sempre adorato. In Italia non riuscivano a perdonargli l'ego che fa regione (troppa concorrenza?), ma ha sempre detto quello che pensava, anche quando l'avrebbero voluto zitto e muto.






Pelé
Edson Arantes do Nascimento è stato probabilmente il più grande di tutti. Vecchia scuola, grande tecnica, umanità d'altri tempi. Uno spettacolo, sempre.










Javier Zanetti
Bergomi 2.0. Uno dei pilastri dell'Inter, difesa ma non solo, umanità, umiltà vera. Mi ha sempre colpito il fatto che quasi tutti i cronisti pronunciassero il suo nome e cognome come si deve, strafalcionando su molti altri.







Zinedine Zidane
Chi lo ricorda solo per la testata o è un asino o è in malafede. Da vedere il documentario di cui è protagonista. Di lui ho detto più volte «peccato sia della Juve».

5 commenti:

  1. ma grande che ti sei fatto contagiare dalle mie liste! ;)

    e a parte gli inguardabili baresi & bergomi, il resto della lista non è manco troppo male. ci sono persino vari idoli cannibali!

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  2. Zidane e Mou a parte, una grande lista.
    Baggio mito totale, e da milanista concordo su Bergomi e Zanetti.

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  3. Lo zio è un grande, ma il mio vero idolo calcistico, di quand'ero una piccola bambina juventina, era Bettega! Ora lo so, è uno moggianamente da evitare, ma era bravo bravo bravo, faceva tanti gol bellissimi e mi faceva una bimba felice! :-)) Poi per la grinta Edgar Davids e per la bellezza Paulo Sousa.

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