Insomma è vero: dopo anni di appannamento, di vena inaridita, di kolossal da tv, i fratelli Taviani hanno fatto davvero un gran film. Tanto più che i rischi c’erano, e parecchi. Portare il teatro in carcere e trasformarlo in film? Costantini aveva fatto sbadigliare con Fatti della banda della Magliana, Ferrario era riuscito solo a metà con quella strana creatura spiritual-musicale che era Tutta colpa di Giuda. In più, qui non ci sono attori professionisti, al massimo qualche battuta, qualche comparsa, peraltro evitabile (i commenti delle guardie!). Eppure Cesare deve morire deve moltissimo ai suoi interpreti, alla loro bravura, alla loro professionalità da non professionisti. E anche se non è sempre chiaro quanto ci sia di naturale e quanto di costruito (ma siamo sicuri che in questo caso la seconda sia più facile?), il film resta una piccola perla.
lunedì 2 aprile 2012
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Bella recensione! bell'equilibrio tra fiction e documentario, senza che si capisca quale prevalga!
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