giovedì 26 aprile 2012

sento le voci


Qualcuno più bravo di me si chiede sul Corsera di Milano: perché Il primo uomo non è un capolavoro? Forse perché il nuovo film di Gianni Amelio emoziona poco, soffre di calligrafismo e di letterarietà. E il doppiaggio, affidato ad attori e attrici importanti, invece di esaltare l’operazione la appesantisce. Peccato. Perché la non facile trasposizione del romanzo incompiuto di Camus vive di momenti molto belli, soprattutto quelli che raccontano l’infanzia del protagonista, con piccoli attori che risultano più bravi e più veri degli adulti (vedi la scena del parto, quella del cinema o quella della spiaggia). Nota di merito per il trucco: Sian Grigg (J. Edgar) avrebbe molto da imparare da Jean-Christophe Roger.


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