Come fai a parlare di Romanzo di una strage solo dal punto di vista cinematografico? Se fosse invenzione, sarebbe un brutto film di fantapolitica, ma qui al 90% c'è la storia del nostro paese. Il resto sì, è speculazione, è può darsi, è si dice. Ma tutto il resto è documento. Occazzo. Certo il film di Marco Tullio Giordana soffre di dialoghi eccessivamente carichi, a volte retorici. E se non conosci il prima e il dopo, questo durante di 130 minuti resta pieno di «ma quello chi è?». Eppure resta un film importante, magari non necessario ma importante. Con una sfilza di ottimi attori (Favino-Pinelli e Mastandrea-Calabresi di sicuro, ma non sono da meno il Valpreda di Scandaletti e Michela Cescon nel ruolo della moglie di Pinelli). Citazione a parte per Fabrizio Gifuni che, più che misurarsi con il personaggio di Moro, si misura con la duplice, straordinaria interpretazione che ne diede Gian Maria Volontè: nonostante ciò, ne esce a testa alta.
giovedì 12 aprile 2012
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