giovedì 9 febbraio 2012

escher si è fermato a montparnasse


Guardate quelle due faccette sotto: ecco, la mia durante Hugo Cabret non era molto diversa. Perché questa fiaba che parte dal 3d e arriva al Viaggio sulla luna di Méliès sarà anche uno Scorsese “minore”, sarà anche “soltanto” una «simbolica, coinvolgente (e forse un po’ inutile) lettera d’amore al cinema» (così scrive il cattivo e spesso condivisibile Filippo Mazzarella sull’edizione milanese del Corrierone), ma c’è davvero di che lustrarsi gli occhi. Intanto una bella storia che solo raramente cede al sentimentalismo, poi gli iperbolici movimenti di macchina, i piani sequenza impossibili, le meraviglie scenografiche (terzo Oscar alla coppia Ferretti-Lo Schiavo?) con tutti quei meccanismi e scale e orologi che, personalmente, mi hanno sempre fatto impazzire. Il cast è da leccarsi i baffi: su tutti Ben Kingsley e il giovane protagonista Asa Butterfield, ma non sfigurano Chloë Moretz né i preziosi cameo di Jude Law e Christopher Lee splendido novantenne. Sacha Baron Cohen, ahimè, continuo a non reggerlo.


9 commenti:

  1. Visto ieri sera, ne parlerò lunedì.
    Sinceramente, a parte la confezione perfetta, non mi è rimasto granchè.
    Mi è parso un Disney girato da Scorsese.
    E dal vecchio Marty io mi aspettavo molto di più.

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    1. anch'io mi aspettavo di più ma, per quanto imperfetto o "inutile", forse andrebbe preso per quello che è: un atto d'amore

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  2. Concordo su tutta la linea del tuo post, compresa l'insofferenza per Cohen!

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  3. ahahah, continuo a leggerti e ultimamente stanno (finalmente) uscendo delle discrepanze tra di noi! è sempre stimolante, ti obbliga ad interrogarti. come saprai son d'accordo, anche secondo me è un gran film, e però a me baron cohen piace (chiedo scusa anche a Stargirl!).
    ciao!

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    1. uh, sarebbe tremendo se fossimo sempre tutti d'accordo su tutto

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  4. devo ancora vederlo, però promette bene..

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  5. Sono corso a vederlo e ne sono rimasti incantato. Però il 3D inizia a scocciarmi, nel senso che mi sembra sempre superfluo; anche se qui viene usato anche per azzerare la "profondità di campo" sui primi piani e, da amante della fotografia, è molto attraente.

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