Esci che canti ridendo «Mi sintonizzo con Dio, è la frequenza giusta», ma addosso hai l’odore dei gas di scarico di una sconnessa città di cemento, e contemporaneamente ti senti pieno di tenerezza per alcune sequenze (Marta che si osserva le tette minuscole allo specchio), di tristezza e rabbia per altre (quelle che raccontano la totale vacuità dell’ambiente chiesa), di malinconia per quel bel finale un po’ surreale un po’ no con i ragazzini in riva al mare. E pazienza per qualche metafora un po’ troppo scoperta: Corpo celeste è l’ottimo film di una regista di talento (Alice Rohrwacher). La giovane protagonista Yle Vianello potrebbe avere un grande futuro, memorabili Salvatore Cantalupo e Pasqualina Scuncia, grande Renato Carpentieri nel ruolo piccolo ma molto significativo del vecchio prete. Anita Caprioli è tanto fica anche nella versione dimessa richiesta dal copione.
lunedì 27 giugno 2011
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Corro a vedere!
RispondiEliminat'assicuro che ora ci parla, eccome se ci parla...
RispondiEliminaben arrivato!
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