Nell’uggia di un’invernale domenica pomeriggio milanese, circondato da una folla di carampane scampate a A royal weekend nel cinema con la fissa del Rocky horror, ho affrontato Amour. Ora, Michael Haneke, piaccia o no, è uno che suscita reazioni. Tipo mavaacaghér, guardando La pianista. O manonstaremoesagerando?, scorrendo il numero dei premi vinti a Cannes. O ancora, maminchia!, se ripenso alla maggior parte dei finali. Detto questo, a me Haneke piace. Con moderazione, ma mi piace. L’avrei preso a testate dopo La pianista, ma questo è un altro discorso (del resto, dopo Il nastro bianco, barba o no forse l’avrei baciato). Stavolta, la storia di amore, dedizione, malattia, morte, di cui è protagonista la coppia di anziani insegnanti di musica interpretata con un’intensità mai urlata da Emmanuelle Riva e Jean-Louis Trintignant, pur glaciale ed essenziale com’è nelle corde del regista austriaco, è di quelle che ti rimangono dentro. E persino il finale maminchia! è notevole.
giovedì 24 gennaio 2013
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Ottimo film, ma secondo me Haneke si sta sedendo un pò troppo su se stesso.
RispondiEliminaNe parlerò nei prossimi giorni.
vorrei recuperare il settimo continente, tu l'hai visto?
EliminaIl miglior film del 2012 per me. Immenso.
RispondiEliminaIn programma settimana prossima. E temo di perdermelo, perché rientro da Londra giusto 40 minuti prima dell'inizio del film. O qualcuno mi viene a prendere in aeroporto, contando su 1) puntualità 2) bagaglio rigorosamente a mano 3) zero intoppi in tangenziale 4) qualche intoppo in sala proiezione, oppure questa volta passo. Il nastro bianco semplicemente immenso.
RispondiEliminama il piccione?
RispondiEliminauh come l'ho patito! ché io quegli animali lì proprio li odio...
EliminaIdem.
RispondiEliminaidem il tuo giudizio sul film o sui piccioni? :)
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