giovedì 6 dicembre 2012

un altro impegno è possibile


Dimenticate Amnesty, il valore sociale, l’importanza politica e altre menate che vi ammanniranno a proposito de La bicicletta verde, primo film saudita diretto da una donna, in uscita oggi in Italia. Quando ho deciso di vedere Wadjda (questo il titolo originale, si pronuncia Ueshdà), due sabati fa all’alba, non ne sapevo quasi nulla ma ero prevenutissimo, temendo la classica lamata da festival (in fondo, prima del tff, era passato a Venezia). La storia di una bambina (Wadjda, per l’appunto) che sogna di comprarsi una bicicletta in un Paese in cui le donne non possono fare un cazzo di niente? Pensavo di tagliarmi le vene. E invece Haifaa Al-Mansour, nonostante i temi affrontati, mantiene una leggerezza e un’ironia inaspettate e dimostra che si può far riflettere senza massacrare le gonadi. Mai stucchevole, la protagonista, Waad Mohammed, con la sua faccetta da cartoon è adorabile.


4 commenti:

  1. Sembra davvero interessante.
    Spero di recuperarlo presto, mi pare proprio uno di quei film che non posso che elogiare.

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