Tornai. Come da dove? Dal Torino Film Festival. E un po' mi scoccia ma, fra tanta roba bella, sto sul pezzo e comincio parlando del vincitore immorale di quest'anno, Shell di Scott Graham. Che insomma, se film da festival doveva essere, se proprio bisognava premiare una lamata (strana scelta, mr. Sorrentino, speravo in un po' più di coraggio), avrei scelto Am himmel der tag, un bel film tedesco che s'è dovuto accontentare del premio alla migliore attrice (ne parlerò, tranquilli). Shell è la storia di un padre e una figlia (Shell, appunto) che gestiscono una stazione di servizio in mezzo al nulla delle Highlands. Clientela: qualche turista minchione e un paio di aficionados che naturalmente ci provano (e a volte ci riescono) con la ragazza; ragazza che però – sorpresona inedita, eh? – è innamorata persa del padre. Madre non pervenuta, scappata da quel posto dimenticato da dio tanti anni prima. Finale tragico. Non brutto, ma fastidiosamente preconfezionato, sgradevole, déjà vu. Buone possibilità che arrivi in sala.
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Ma la figlia si chiama Shell, o il distributore? O tutti e due?
RispondiEliminaè il nome della ragazza, che rivendica di chiamarsi come qualcosa di prezioso che sta in fondo al mare...
Eliminaa beh, si, il petrolio effettivamente... ma il padre l'ha chiamata Shell perchè la pompa di benzina è Shell? ( ok, la smetto dai)
Elimina(ma no, dai, almeno non penso che devo ricominciare a lavorare)
EliminaNo, ma aspetta, quindi tu shell l'hai visto?
RispondiEliminaessì, parlo con cognizione di causa! l'ho visto lunedì mattina
Eliminaah, mi era sfuggito.
Eliminastrano eh? che son sempre stata attentissima e presente! :)