Michel Gondry è tornato, ma non se n’è accorto nessuno: The we and the I è, in effetti, molto poco gondryano. C’entra poco anche Spike Lee: ho chiamato il post così perché l’idea di girare tutto su un pullman mi ha ricordato quel film lì. L’operazione era rischiosa: prendi degli studenti veri, li tiri fuori dal Bronx e li cacci davanti a una macchina da presa a recitare, o forse no, chissà. I ragazzi salgono, soprattutto scendono, il noi diventa man mano io, il gruppo si trasforma in casuale unione di singoli, ciascuno con la sua storia. Superata una parte iniziale quasi insopportabile, durante la quale avresti voglia di spaccare le gengive ai bulli di turno, il risultato è godibile, non somiglia né a una recita scolastica né a una terapia di gruppo. E i ragazzi sono proprio bravi. Visto al Sottodiciotto di Torino con la ms e la tiz in una sala non del tutto piena; nessuna previsione di uscita italiana.
lunedì 10 dicembre 2012
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ma ci perdiamo qualcosa di meritevole?
RispondiEliminasecondo me sì. a patto di non aspettarsi qualcosa "alla gondry"
EliminaE vabbè, anche tu a far lo splendido buttando li quel "non se n'è accorto nessuno", parlando di un film che non è uscito...
RispondiEliminaEh.
Non si fa.
Soprattutto perché io non c'ero.
(Lo sti cazzi lo infili poi tu dove ti pare)
e non se n'è accorto nessuno no, festival a parte fino a mò è uscito in francia e svezia... tu non c'eri perché stavi a sbronzarti, oh! ;)
Eliminavabbè, adesso. sembra che io sia la peggio avvinazzata der quartierino.
Elimina(minchia in che stato penoso. stavo alle pezze!)