lunedì 29 agosto 2011

il dono usato della perplessità


Mai capito agosto. Mese della solitudine, quasi sempre. Da ragazzino noi si partiva prima, si tornava prima. Agosto era caldo infernale e spiaggia senza conoscenze. Era voglia di tornare a scuola, ché almeno c'era qualcuno. Dopo, mica tanto diverso. A pensare un agosto sensato mi viene in mente Londra, 1992. E Francia, 1999. Poi vennero gli agosto lavorativi, i finti weekend lunghi, la quaresima degli scazzi. Settembre è sempre stato il mio preferito, poche palle. Sarà che ha ragione il Poeta con quella storia che «ti siedi e pensi e ricominci il gioco della tua identità, come scintille brucian nel tuo fuoco le possibilità», sarà che c'è quell'altra santa don(n)à secondo cui «è tempo di imparare a guardare, è tempo di ripulire il pensiero», sarà che c'è il mio compleanno. Compleanno che, essendo fatto di regali, non può portarmi brutti pensieri.

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