Domenica sera di quelle già stigmatizzate dal Poeta, tra scazzi, incomprensioni e «Cazzo domani si lavora». Aperitivo riconciliante con se stessi, forse anche con un pezzetto di mondo. Accanto a noi un quartetto di quindicenni che sembra una brutta riedizione di Yuppies: ci sono il fighetto, lo sfighetto, il furbetto, quello che si accoda finché va bene. Il furbetto lo riconosci dai vestiti casualmente casual e sfardati; è quello che vuole la bottiglia di bolle, e se costa 50 ce li mette lui e non se ne parli più. Meditano la festa dei 16 anni, parlano di affittare una cascina, euro a tre zeri senza battere ciglio. Li conosco, li ri-conosco, amici di amici un quarto di secolo fa non erano molto diversi. Questi però mi mettono un po’ più tristezza. E almeno in Yuppies 2 c’era Boldi che vestito da suora urlava «Non sono mia sorella, non sono mia sorella»: una stronzata che - faccio outing - mi smuove da 25 anni una irrefrenabile, minchiona, risata liberatoria.
mercoledì 10 agosto 2011
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le risate liberatorie sono così sempliemente... liberatorie? che qualunque sia il motivo l'outing è superfluo. la vecchia saggia ha detto.
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