martedì 3 agosto 2010

cóse di case (parte prima)


Dici «Ma non l'hai già trovata?». Sì, forse. Ma come san Tommaso, finché non firmo... Dici che san Tommaso non firmava? Vabbè. Comunque vado. Come si dice, abbiamo fatto venti, facciamo ventuno. Non è così? Vabbè, ma allora scrivitelo tu 'sto post! Insomma eccomi in questa zona strana, sconosciuta eppure vicina, con poco sole tranne in quella casa lì che il sole sembra avercelo dappertutto. Mi accompagna uno più magro di mio nipote, avrà vent'anni o giù di lì, futura calvizie, giacca e cravatta appesi addosso, una tasca bucata da cui scappa via il cellulare. Tenta una conversazione, penso che forse il mio attuale vicino ha trovato qualcuno più vecchio di lui. L'appartamento è molto carino, ma quello che abbiamo scelto è più bello. Logorroica, la padrona di casa mi sommerge di informazioni e io mi sento un po' in colpa perché la ascolto a salve. Eppure quante volte ci capita di farlo. O no?

10 commenti:

  1. Bella la casa sotto sopra, che se fosse stata dritta ce l'avrei messa io a capa sotto. Chissà perché.

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  2. penso sempre al plurale e scrivendo m'è scappato un singolare! singolare, vero? mi cospargo il capo di cenere, tanto oggi sono pelato e scivola via facile... :P

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  3. Capita, di ascoltare a salve.
    Dicevi?

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  4. non sei simpatica, soprattutto perché diserti stasera. c'è mezzo mondo e tu no. tsk, vergogna!

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  5. Guarda che sono capace di arrivare lì con la prole al seguito.

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