È andato anche Benjamin Button. Massì, vecchio quand'era giovane, incredibilmente bambino prima di morire. Dopo gli esordi da saccente secchione ammericano, divenne l'ingenuo bacchettone moralista imbarazzante nelle sue papere (se erano costruite, facevano ridere come le barzellette del ducetto), per poi perdersi fuori sincrono con i suoi giochi ormai instupiditi - ma sempre comunque figli di un'Italia che non c'era più - nella tv di un altro vecchio che (ahimè ancora vivo) si crede irrimediabilmente anche lui ragazzino. E poi gli ultimi, meravigliosi fuochi, da spudorato monello fiondamunito appresso a quell'altro matto di Fiorello. Stasera non voglio ricordare il «poverino» all'indirizzo di Pierangelo Bertoli, né lo spottone buonista per giustificare un Vasco Rossi strafatto, né la mancanza di rispetto nei confronti della Sacra Goggi. Mi piace però pensare che a tutti sia data una seppur breve fase di gioventù. Presto o tardi, poco importa.
martedì 8 settembre 2009
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Concludendo.
RispondiEliminagrappa bocchino sigillo nero... che per noi gagni dell'epoca era uno slogan foriero di millemila doppisensi
RispondiEliminaNon mi sembri felice.
RispondiEliminaper cosa? e chi sei?
RispondiEliminaConcludendo, concludendo, concludendo...il resto era temibile, concordo. Devo dire che sì, anche secondo me nella sua giovinezza tardiva si era forse ripreso il senso dello sberleffo. Ci era o ci faceva?
RispondiEliminachissà, probabilmente tutt'e due
RispondiEliminaA parte il fatto ormai chiaro a tutto l'universo mondo che tu e filippo sareste da mettere uno di fronte all'altro con qualcosa da bere in mezzo, io lo sapevo ma nessuno mi aveva detto niente. E poi lo so che non si capisce cosa, ma fa niente (ms)
RispondiEliminasono sicuro che ci divertiremmo un sacco
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