domenica 21 giugno 2015

愛的後果


Liangzi, Tao e Jinsheng sono amici. Il povero Liangzi ama Tao che però sposa il ricco e coglione Jinsheng. Se questo fosse stato il nocciolo e non il punto di partenza di Shan he gu ren (titolo internazionale Mountains may depart), probabilmente non ne starei neanche a parlare. Il lungo prologo, ambientato alla vigilia del 2000, sembra un po’ un melodrammone neorealista trapiantato in Cina; poi però, dopo quasi tre quarti d’ora partono i titoli di testa (eh già!) e il film cambia musica (più o meno, ché il leit motiv è sempre Go west nella versione dei Pet Shop Boys). Scopriamo così che, in realtà, le vere protagoniste della pellicola di Jia Zhangke sono Tao e la Cina attraverso 25 anni di storia (sì, finiamo in un futuro che è poi abbastanza presente…): di fianco, addosso e tutt’intorno al bildungsroman di Tao, scorrono i profondi cambiamenti della società cinese con le sue mille contraddizioni. Certo, alcune idee lasciano il tempo che trovano (il taglio dell’immagine che man mano che si procede si allarga, il nome del figlio, il cane che doveva vivere solo 15 anni, la canzone che apre e chiude il film…). Inoltre il capitolo finale, con quella punta di edipo moralista, è un po’ irritante. Tuttavia alcune trovate sono meravigliose (il padre che voleva fa’ l’americano e si ritrova a non capire il figlio che parla solo inglese) e la storia trabocca di spunti che magari restano lì, e sedimentano, e tornano quando meno te lo aspetti, come ogni buon film dovrebbe fare. In Italia distribuisce Bim, ma non si sa ancora quando.


Bene, sappiate che questo post contribuisce al China day. Insomma, finalmente, dopo mesi, sono tornato a scrivere insieme al “solito” gruppo di amici di cinema. Ecco, di seguito, i loro contributi:

Storia di fantasmi cinesi (Siu-Tung Ching, 1987) sul Bollalmanacco di Cinema
The Killer (John Woo, 1989) su Director's Cult
Lanterne rosse (Yimou Zhang, 1991) su Scrivenny 2.0
I love Beijing (Ning Ying, 2000) su The Obsidian Mirror 
Infernal Affairs (Wai-Keung Lau e Alan Mak, 2002) su Non c’è paragone
Life without principle (Johnnie To, 2011) su Solaris
Il tocco del peccato (Zhangke Jia, 2013) su White Russian
Closed Doors Village (Xing Bo, 2014) su Mari's Red Room

5 commenti:

  1. Purtroppo di Jia Zhangke ho visto solo "Still life"... questo day può essere l'occasione buona per approfondire!

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  2. Ti ringrazio per avermi lasciato A touch of sin, e spero di recuperare presto anche questo! :)

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  3. Se questo è il modo per farti scrivere, allora ci vogliono più day! ^_^
    Bentornato e bella recensione!

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  4. Zhangke Jia è da approfondire assolutamente! Grazie per la dritta.

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  5. Mi manca anche questo, chettelodicoaffare? Arriverà, tra 2/3 anni, come minimo, quindi ho tutto il tempo di recuperarlo!!

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