E poi ci sono quelle oziose domeniche pomeriggio che si apre il cinema di casa. Sì, insomma quel monitor in soggiorno che pare, se opportunamente sintonizzato, offra anche spettacoli a sua discrezione. Ma noi siamo un po’ anarchici e lo nutriamo di musica, di film comprati e di quelli che passa il torrente (una grande scoperta, altro che mulo!). Il doppio spettacolo (il prezzo è modico, di solito un gin fizz, la bevanda non la rivista...) comprende un classicone proposto dal sottoscritto e uno scognito ricordo cinematografico della ms che santo gugol per mia intercessione ha trasformato in dvd. Così siamo passati da Cantando sotto la pioggia a Holy smoke, da Memento a David and Lisa (qualcuno sa che nel 1962 ha vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale e che ne è stato fatto un remake con Lukas Haas? ecco, sapevatelo), da C.R.A.Z.Y. (quest’ultimo doveva essere una commedia... vabbè, però m’è piaciuto) a Flashdance. Sì, uotafilin, esattamente. Lieve, divertente, sensuale, commovente, lieve (l’ho già detto?) come le belle storie d’amore e di passione dovrebbero essere. Un film terminato il quale sentenzio immancabilmente che Jennifer Beals era, è e – macariddìu – resterà uno schianto ancora per un po’, e che era bello quando Adrian Lyne non si prendeva troppo sul serio. Segue solitamente l’intenzione di vedere tutto The L Word e recuperare i film di Alexandre Rockwell in cui ci sia anche lei. D’altra parte l’estate è quasi finita ed è l’ora dei buoni propositi. Quelli che si dimenticano il giorno dopo.
martedì 28 agosto 2012
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