È importante che un cartone animato abbia un minimo di congruenza spazio-temporale? Fino a quanto ci si può spingere? Insomma perché i personaggi di Tex Avery sì e Madagascar no? Non sarà che la Pixar ci ha viziato un po’ troppo? Che abbiamo smarrito il gusto del nonsense sfrenato, del divertimento demenziale? Il terzo capitolo della saga degli animali in fuga sguazza nell’impossibile ma è divertente e non si concede un attimo di pausa, a cominciare dalla sequenza al casinò. E le scimmie vestite da Re Sole, la storia d’amore tra il lemure e l’orsa, ma soprattutto la terribile poliziotta francese – metà Loren metà Capucine – che fa “risorgere” i suoi sottoposti ospedalizzati cantando Non, je ne regrette rien (ma quanto si sarà divertita Frances McDormand?), hanno un che di geniale: qualcuno alla Dreamworks fuma roba buona.
giovedì 30 agosto 2012
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