mercoledì 7 gennaio 2015

per plagiarti meglio


Ciao Tim Burton! Che bello che sei tornato. E che hai lasciato a casa un po’ di carrabattole e sei venuto un po’ così come ti trovavi. Tanto solido cinema classico (ne parleremo anche domani del scc, tra l’altro) ma con il tuo marchio sopra, come una serigrafia di Warhol di qualche stella hollywoodiana. Ennesima storia vera, quanto incredibile, proposta in questo inizio d’anno, Big eyes è una godevole, piacevolissima sorpresa. Amy Adams è brava ma il viscidissimo Keane è un’altra delle perle di Christoph Waltz, che con quel sorriso a me è tanto sembrato una versione psicopatica di Dick Van Dyke. Fotografia dell’ottimo Bruno Delbonnel, overdose anni Sessanta, sì, ma essenziale. Sceneggiatura asciutta, funzionale, opera di quei geniacci esperti in biografie di Scott Alexander e Larry Karaszewski (Larry Flynt, Ed Wood, Man on the moon): la sequenza del processo è perfetta. E vedere Terence Stamp, anche per poco, è sempre un piacere.

11 commenti:

  1. A me ha deluso moltissimo: è una storia che si dimentica facilmente. Gli sceneggiatori potevano riflettere sull'arte pop, sul rapporto tra opera e pittore, invece preferiscono andare in prima. E poi io il tocco di Burton non l'ho visto. I due attori sono molto bravi, ma non è sufficiente.

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    1. le riflessioni ci sono sì, ma restano in superficie, credo volutamente. e il tocco di Burton è lì, e per una volta rinunciare a certa "chincaglieria" gli ha fatto solo bene. non fondamentale, ma un buon film

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  2. non li ho ancora visti, questi occhi grossi, ma è incoraggiante vedere finalmente un parere positivo...

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  3. Un po' il discorso che si puo' fare ai detrattori di American Sniper...Le critiche a questo film vengono da chi si aspettava il Timburtonismo classico echeggiante le sue opere piu' piaciute e famose, senza comprendere l'eventuale evoluzione dell'autore.. E' un caso che una storia di coppia psicologicamente morbosa esca ora, mentre il regista poneva fine anche lui al suo?

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    1. beh, oddio, a questo parallelismo non ci avevo pensato. in effetti un po' di cose tornano... quanto al "timburtonismo", mi fanno sempre un po' ridere quelli che prima si lamentano che un regista faccia sempre lo stesso film e, quando decide di fare qualcosa di diverso, finiscono col sentirsi traditi...

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    2. In linea generale, per quanto mi riguarda, uno può fare anche mille variazioni o perdersi in cento sfumature dello stesso film o cambiare stile ogni volta, l'importante è che siano fatti bene...e i film fatti bene, signore mio, non mi stancano mai (anche quelli fatti male, purché siano fatti come Dio comanda).

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  4. E' piaciuto molto anche a me. Finalmente Burton ha smesso per un po' di "fare Burton" e Waltz è sempre meraviglioso!

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