giovedì 15 gennaio 2015

fantasmi e sarcomi


Torno in famiglia, quella dei blogger cinematografari, per l’appuntamento mensile con il ricordo di chi, purtroppo, non c’è più mentre le teste di cazzo continuano a vegetare e figliare in sovrannumero. Questa volta parliamo di Mike Nichols, un regista che, dagli esordi fino ai tempi più recenti, ha firmato una sfilza di pellicole importanti, a volte belle, a volte splendide, ma anche qualche discreta sòla come Wolf e, più raramente, creature di difficile classificazione e giudizio come Angels in America. Si tratta di una serie tv in sei episodi prodotta dalla Hbo nel 2003 e fedelmente tratta dal lungo, celebre spettacolo teatrale scritto una decina d’anni prima da Tony Kushner. La storia, ambientata a New York nella seconda metà degli anni Ottanta, racconta la tragica scoperta dell’Aids attraverso le storie intrecciate di un avvocato traffichino, una coppia gay e una coppia etero e frustrata (lui, infatti, teoricamente sarebbe gay…). Il cast è pazzesco, a cominciare da un meraviglioso Al Pacino passando per Mary-Louise Parker (l’altmaniana moglie repressa) e una multiforme Meryl Streep che interpreta un tot di ruoli di cui ho perso il conto (superato il wtf iniziale, adorerete anche il rabbino). Finché la storia resta ancorata alla realtà, beh, chapeau: l’intreccio appassiona e ci sono dialoghi e monologhi che farebbero la felicità di ogni attore. Poi, però, alla realtà si alternano le visioni. E arrivano gli angeli. Anzi l’angelo Emma Thompson, che scopa per aria più o meno come nella piscina di Cocoon. E c’è anche una specie di aldilà che richiama Cocteau. E i fantasmi, compresa quella Ethel Rosenberg che, negli anni Cinquanta, fu condannata a morte con il marito per attività antiamericane in seguito a un processo piuttosto ridicolo. Nel frattempo il film si perde, e non si capisce più bene dove vada a parare. Però, a dispetto delle follie e della durata, non annoia mai.


Ed ecco chi partecipa con me al ricordo di Mike Nichols:

Director's cult - Wit, la forza della mente
Il bollalmanacco di cinema - Chi ha paura di Virginia Wolf?
La fabbrica dei sogni - Una donna in carriera
Mari's red room - Wolf la belva è fuori
Non c'è paragone - Il laureato
Onironauta idiosincratico - Il laureato
Pensieri cannibali - La guerra di Charlie Wilson
Recensioni ribelli - Closer
Scrivenny - Closer
White Russian - Silkwood

7 commenti:

  1. Lo riguarderò presto per il solito appuntamento On Demand, per ora dico solo che all'epoca lo avevo adorato ma d'altronde era forse uno dei primi tentativi di show televisivo "cinematografico"!

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  2. Non sapevo che questa produzione fosse in realtà una miniserie. Dovrei provare a recuperarla!

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  3. Capolavoro. Quando lo vidi non riuscii a dormire talmente mi appassionò. Nichols gestisce un cast assolutamente sublime con una maestria sorprendente.
    Me lo riguardo al più presto.

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  4. Una serie che voglio recuperare da tempo, anche se oggigiorno, in pieno delirio da serie-tv, nessuno la nomina mai...

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  5. Una serie fantastica, forse la cosa migliore insieme a Il laureato della carriera di Nichols.

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  6. 'Io io io' (parafrasando l'angelo interpretato da Emma Thompson) ho letteralmente adorato questa mini serie!!!

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