giovedì 4 settembre 2014

la donna che visse nel futuro (dicono)


Omminchia: è questa la forza di Sound of my voice, opera prima del francoiraniano naturalizzato americano Zal Batmanglij. Perché, se anche a due terzi del film capisci dove va a parare (oh, io almeno l’ho capito), il finale ti spiazza comunque. Viaggio nel mondo delle sette, ben girato, asciutto (un’ora e mezza con un ritmo lento ma perfetto), questa strana opera di fantascienza (?), protagonista l'enigmatica Brit Marling, ti prende fino in fondo. Certo lo strambo saluto, finché non si capisce da dove arriva, fa ridere. Certo ci sono un tot di stereotipi, tipo la ragazzina narcolettica e più o meno autistica (ma quanto è brava Avery Pohl?) e la bellona (ma che naso ha Nicole Vicius?) che, dopo un passato da problematica strafatta, sta con il nerd (Christopher Denham) che sogna lo scoop della vita per riscattare una vita di solitudine e anonimato. Ma omminchia se si fa piacere.

7 commenti:

  1. Non è un naso quello! E' un insulto ai nasi importanti come il mio!

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    1. onestamente, da cultore dei nasi, mi piace molto di più il tuo...

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    2. dove lo faccio il bonifico? :*

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    3. ma io sono sincero! poi vabbè, se vuoi contribuire alla causa ti mando gli estremi in privato :D

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  2. un film sulle sette che come voto si merita un sette

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